Le istituzioni, ad ogni livello, per essere più vicine alle persone con disabilità, alle famiglie e ai caregiver, devono assolutamente fare il modo che i servizi sociali funzionino. Oggi purtroppo non è così perché sono completamente svuotati, sia dal punto di vista delle risorse che, per quanto riguarda le competenze e la formazione degli operatori. Mediamente, l’assistente sociale, non per colpa sua ma a causa di un sistema che non funziona, non è informato e, di conseguenza, non è messo nelle condizioni di aiutare nella maniera corretta chi si rivolge a lui.
Le diverse amministrazioni quindi, si devono dotare di appositi sportelli informativi con personale competente dove, ogni famiglia a cui è nato un figlio con disabilità, si può recare per formulare tutte le richieste amministrative e burocratiche di cui necessita. In altre parole, mi riferisco a tutte quelle vicissitudini per cui, ad oggi, bisogna indirizzarsi ad una associazione oppure ad un amico che ci è già passato perché non c’è una istituzione deputata a fornirle. Questo è un vuoto molto grave che se non verrà colmato allontanerà sempre di più gli enti dalle necessità delle persone e delle famiglie. Vorrei che, i diversi uffici pubblici, avessero l’umiltà di chiedere alle associazioni di rappresentanza e alle famiglie che si rivolgono a loro, quali sono i rispettivi bisogni e, in base a quelli, costruire dei percorsi specifici con i quali intercettarle. Così facendo, le famiglie non si sentiranno più abbandonate e sole. Non possiamo più permettercelo.