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Inclusione scolastica: cambiare l’attuale paradigma

In Italia, dal 1977, c’è una legge sull’inclusione scolastica che, dal punto di vista normativo, rende il nostro paese all’avanguardia. Le classi differenziali sono state abolite mezzo secolo fa e, da quel momento, è stato dato un indirizzo verso l’inclusione. Purtroppo, però, a volte, quella legge, viene attuata solo sulla carta perché, in alcuni casi, ci sono ancora quelle che definisco “classi H”, ovvero i docenti, in qualche caso, portano i ragazzi con disabilità a fare lezione fuori dalla classe oppure, com’è successo qualche tempo fa, degli studenti con disabilità, non vengono portati in gita. Quindi, l’Italia, sotto il profilo normativo, è avanzata ma, ad esempio, gli insegnanti di sostegno non sono formati adeguatamente. Occorre quindi che, sul versante dell’inclusione scolastica, ci sia una sensibilità all’avanguardia ma, negli ultimi trent’anni, ciò non si è verificato.

Ogni anno, ad agosto, vengono formate le classi in vista di settembre però, molte volte, in quel momento, gli alunni con disabilità, non hanno ancora l’insegnante di sostegno perché non è ancora stato nominato. Queste figure sono fondamentali quindi, dovrebbero essere nominati prima gli insegnanti di sostegno e, in seguito tutti gli altri ma, ad oggi, succede il contrario, pertanto occorre cambiare l’attuale paradigma. C’è poi un’altra problematica: la maggior parte degli istituti scolastici sono vetusti e le strutture non sono pienamente accessibili a causa delle barriere architettoniche. Inoltre, c’è il problema dell’accessibilità dei servizi a causa della carenza di insegnanti che conoscono la Lis o la comunicazione aumentativa alternativa per tutte le disabilità che non consentono di verbalizzare.

La scuola e il diritto all’istruzione sono due temi fondanti rispetto all’inclusione delle persone con disabilità. Devono però essere messi in campo gli strumenti adeguati altrimenti, la scuola stessa, potrebbe diventare un luogo di esclusione e, di conseguenza, ci potrebbero essere ulteriori problemi. Gli strumenti legislativi ci sono, ma occorre fare ancora molto. Dobbiamo ricordare che, dove si fa inclusione scolastica reale, si gettano le basi per un mondo migliore e, gli alunni, da adulti, saranno donne e uomini migliori e più attenti all’inclusione.

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