I fatti di violenza avvenuti negli ultimi giorni ci fanno credere ancora di più che, la scuola, in ogni sua declinazione e grado, costituisce una palestra di cittadinanza. È fondamentale investire sulla formazione di studentesse, studenti e docenti alla partecipazione, volta alla creazione di patti di comunità sul territorio che siano in grado di prevenire i crescenti fenomeni violenti degli ultimi mesi attraverso l’ascolto reciproco. Il primo pilastro di questo nuovo corso della scuola deve e dovrà essere l’educazione civica, che deve porsi l’obiettivo imprescindibile di valorizzare il dialogo intergenerazionale, il rispetto degli insegnanti e dei compagni di scuola. Così facendo si favorirà, già all’interno del contesto scolastico, la dimensione della cittadinanza partecipe che, con i dovuti accorgimenti, promuoverà una presa di coscienza collettiva del valore della rappresentanza studentesca e delle forme di vita democratica che coinvolgono attivamente studentesse e studenti, allontanando con la forza della pace ogni forma di prevaricazione.
Noi giovani siamo pronti ad accogliere questo cambio di paradigma, rendendoci in prima persona promotori del valore della fraternità che, con lungimiranza, ci ha descritto Papa Francesco. Il nostro compito è quello di condannare ogni episodio di violenza, verbale, morale e fisica, attraverso un esempio di pace che deve partire da noi stessi e dalla nostra quotidianità. Solo così potremo dar vita ad un futuro migliore in cui, la scuola e gli insegnanti, rappresenteranno il presupposto fondamentale di una società più equa e attenta alle fragilità.