Ancora una volta leggiamo che un giovane è stato coinvolto in un grave incidente stradale e sta lottando per restare in vita. In ogni parte d’Italia si contano vittime della strada ogni giorno. E l’uso della bici in questa estate farà irrimediabilmente aumentare il numero delle vittime. Le campagne per la sicurezza stradale sono tante e vengono portate avanti soprattutto dalla Polizia Stradale – unica polizia europea specialistica con competenza sulla strada – con impegno e con professionalità.
L’Europa – negli anni scorsi – si era ripromessa di dimezzare l’incidentalità portando il dato nel 2020 ad abbassarsi del 50 per 100. Ma gli incidenti invece aumentano: perché? L’incidente non avviene mai per caso, purtroppo a volte si commettono errori e imprudenze e spesso si infrange il Codice della Strada. Nella strada vige la legge della giungla, ove il più forte (sulla strada è il mezzo più grande) prevale sul più debole. E il mezzo più debole sulla strada è la bici. Quanti morti ogni anno! E quante accuse: “La colpa è degli automobilisti”. “No! È dei ciclisti perché camminano in gruppo”. “Non si fermano agli stop neanche quando hanno davanti il semaforo rosso”. La verità è da ambo le parti.
La bici è un mezzo straordinariamente utile e indispensabile in alcune città. Il ciclismo sportivo poi è affascinante ed il Giro d’Italia ancor oggi richiama tanti giovani e tante famiglie inneggiano, al mare come in montagna, ai propri campioni. Ma la maggior parte delle strade italiane non sono consigliabili per l’uso della bici. Oggi troppe strade statali, provinciali e comunali si presentano piene di insidie perché con buche o per gli asfalti sconnessi e mal curati. Servirebbero investimenti importanti ma quando la coperta è corta qualcosa è destinato a restar fuori. E in nome del progresso che avanza quello che resta fuori è la sicurezza. Anche per la sicurezza stradale vige il detto: carota e bastone.
Ovvero tante ed efficaci campagne informative, ma ancor più sono necessari i servizi di prevenzione e repressione: più pattuglie in uniforme sulle strade. Che facciano rispettare le norme del Codice a tutti gli utenti, ciclisti compresi. Abbiamo bisogno che le Amministrazioni optino per progetti di mobilità leggera ed assumano iniziative per la creazione di piste ciclabili. Le città ed i paesi vanno ridisegnati anche dal punto di vista della circolazione. Con le piste ciclabili (non occupate dai pedoni, peggio dalle auto) i ciclisti sarebbero al sicuro da incidenti, ma è ovvio che tutto si basa sul rispetto della prima parte del Codice della Strada, quella dedicata ai comportamenti, e quindi all’etica, che significa rispetto dell’altro e del bene primario di ogni uomo, ovvero della vita.