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Impariamo a riconoscere il volto di Dio da chi è diverso da noi

Da cattolici, troppo spesso, pensiamo di poter incontrare Dio solo in Chiesa, nella Santa Messa e nella Eucarestia. Siamo preoccupati delle chiese vuote e crediamo che la gente stia perdendo la fiducia in Dio. È vero, ma solo in parte. Dio è accanto a noi, nascosto nel volto di un povero, nel volto di un giovane malato, di chi non trova lavoro, nel volto della ragazza stanca che ti serve la pizza. Dio è nel volto del tuo datore di lavoro o in quello della tua segretaria, del postino o del fornaio. Dio è con te, mentre lavori e tu puoi aiutarlo a farsi vedere, regalando gioia anche nei momenti più tristi. Lo straordinario messaggio di Mons. Josemaria Escrivá è stato questo: “Amate il mondo appassionatamente. Amare il mondo non è peccato. Amare il mondo significa testimoniare l’amore di Dio, è aggiungere una nota a quella musica celestiale che è l’universo”.

Se tu ami proteggi quello che ami; se tu ami difendi quello che ami e non vuoi perderlo.
Se tu ami il prossimo non scegli il colore della sua pelle, non scegli se è bello o brutto, non scegli come è vestito, non lo giudichi, mai. Non ti scandalizzi se lui si stende a terra pensando al suo Dio, mentre tu ti inginocchi, perché il suo Dio è il tuo stesso Dio. Tu lo guardi da Occidente, lui da Oriente, ma le stelle del cielo le puoi vedere da ogni angolo della terra e non ti scandalizzi, non ti viene neanche pensato di dire: io le vedo, tu no! Perché il cielo è di tutti e il cielo più bello è quello che guardi nelle notti del deserto.

Fratello mio, dobbiamo lavorare verso un cammino di libertà civile, di convivenza e di comprensione. Chi crede in Cristo e vuole servirlo in questa terra non può sentirsi un privilegiato. Noi possiamo testimoniare nella laicità la nostra Fede in un Uomo che è il figlio di Dio, che ci apre le braccia da una croce, le apre a tutti le Sue braccia, le apre a Sua Madre, ai romani mentre lo stavano crocifiggendo, infilandogli dei chiodi nella carne e nelle innervazioni della mano, le apre a quegli uomini e quelle donne a cui Lui aveva ridato la vista e che avevano scelto Barabba, un criminale comune. Cristo sceglie di morire per noi di dolore, il suo cuore di uomo scoppia per il dolore ma muore perdonando, indicando la strada dell’amore.

Io amo la figura del Cristo e mi professo cristiano: mi sentirei in colpa se dovessi chiudere le porte del mio cuore a quello che Lui chiama prossimo. Ho riflettuto tanto su questo. Ho scritto qualcosa sui giornali e ho ricevuto qualche insulto per aver parlato a favore degli immigrati, ho cercato di motivare la mia riflessione non solo con le norme scritte nella nostra Carta Costituzionale, ma anche nel buon senso che dovrebbe ispirare ogni uomo animato da buona volontà. Ho cercato di motivare la mia riflessione sulle nuove direttive sulla pubblica sicurezza e sul decoro urbano. Evitiamo i facili populismi per una manciata di voti o per paura. I mussulmani hanno chiesto di poter avere una Moschea nella mia città. Concedere la costruzione di una Moschea destinata a coloro che credono ad un Dio chiamato in modo diverso dal nostro, non può rappresentare un invito alla violenza per coloro che arrivano da terre lontane. La Moschea è luogo di preghiera. Ed il Dio che governa il mondo da Oriente ad Occidente è lo stesso Dio per tutti gli uomini, che a Lui si rivolgono anche chiamandolo in modo diverso.

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