Numerosi sono stati gli interventi di illustri virologi nel corso della pandemia venendosi purtroppo a creare opposte fazioni tra i medici stessi pronti a smentirsi gli uni con gli altri. Non si deve gridare al complotto, ma non ci si deve neanche fermare su un solo orientamento e una sola medicina.
Il famoso virologo Giulio Tarro, è stato additato fin dall’inizio da una parte di “esperti” fino ad attribuirgli dei titoli non veri. Eppure per l’allievo di Sabin i numeri parlano chiaro; piaceva a pochi sentir dire dalle parole del dottore messinese che il virus si sarebbe spento col caldo come d’altronde ogni coronavirus ed ora, allo stato attuale, come non dargli ragione!
Forse era più semplice, col massimo rispetto di tutti, far passare quel venticello di terrore che porta ancora oggi persone guidare nella propria auto con la mascherina oppure passeggiare sulla battigia respirando la propria anidride carbonica rischiando altri tipi di malessere.
Recentemente, un illustre medico, il Prof. Zangrillo, ha dichiarato, e buon per noi tutti, che il virus è “clinicamente inesistente”, il che vuol dire che ha una carica virale davvero infinitesimale. Tutto questo è stato avallato da altri famosi esperti in materia come il dott. Silvestri e dott. Clementi.
Ma non basta! Rimane alta l’asticella della paura e del terrore quasi che il nostro cervello abbia subito quell’imprinting dai media in prima serata. Ci si chiede allora, in un clima di scientificità ormai acclarata, come mai i bambini dovranno tornare tra i banchi di scuola con la mascherina.
Non è forse vero che il virus è clinicamente inesistente, e non è forse vero che il pericolo di contagio, tra i bambini, sostenuto più e più volte da chi ha imparato a conoscere questo virus sia dello 0,00 etc.? Sulla base di tutti questi dati scientifici, e sulla scia cartesiana del ”cogito ergo sum”, come diceva un illustre giornalista: “La domanda sorge spontanea”.