Stavo ascoltando la colonna sonora del capolavoro di Sergio Leone “C’era una volta in America”, e non ho potuto non essere rapito, come al solito è più del solito, dalla composizione di Ennio Morricone. La potenza infinita di una composizione musicale,la capacità di far viaggiare la mente umana e la fantasia di chiunque la ascolti , da una parte all’altra del mondo, avanti e indietro nelle epoche e nella storia. Che meraviglia la musica, che meraviglia il dono che ci è stato fatto di poter creare, scrivere, eseguire, ascoltare e riprodurre suoni meravigliosi, attraverso i talenti che ci sono stati regalati dal nostro creatore, e così facendo donare attimi di infinita gioia, serenità e capacità di mettersi in ascolto con il mondo, il creato, gli altri e noi stessi.
Messi in ascolto, sentendo e capendo quel che ci viene detto e raccontato, siano essi suoni o immagini o fatti. Ecco, oggi riflettevo su questo. In tempi di post pandemia ( speriamo fortemente post…), siamo in grado di essere serenamente e realmente in ascolto? La paura, l’ansia, le incertezze del presente e del futuro, hanno contaminato il nostro essere profondo e la nostra percezione della vita in positivo? Ci hanno minimamente migliorati? Hanno intaccato le nostre certezze secolarizzate e mondane o no? L’uomo, anche il migliore tra gli uomini, cade sempre per gli stessi 3 motivi: il potere (successo), il denaro, la lussuria. Cade, si rialza, lotta, e se nel frattempo non ha fatto disastri, potrà anche riconnettersi con il bello e il bene della vita e del creato.
Banalizzando, la bellezza salverà il mondo. La bellezza appunto, dunque l’arte, la capacità creativa di ciascuno di noi, sia che siamo compositori musicali geniali alla Morricone, sia che siamo operatori culturali di altro tipo, produttori di cinema o televisione, di contenuti che possano, nel divertimento , contribuire al nostro svago, rilassarci, farci riflettere e migliorare, anche metterci in discussione, ma senza mai farci tentennare o cedere alla parte parte oscura della ricerca del potere per il potere, del successo per il successo, della sopraffazione del prossimo per mero tornaconto utilitaristico personale.
Un architetto può immaginare dei luoghi meravigliosi e positivi per intere comunità, o può costruire nefandezze che segneranno, inevitabilmente, il destino e la qualità della vita di milioni di persone e di intere generazioni (penso alle ottuse teorie abitative degli anni ‘70 e ‘80 che tanti danni hanno fatto , e continuano a fare anche oggi nelle nostre città). Lo dice anche il Vangelo, lo sentiamo ripetere spesso da artisti e intellettuali; è fondamentale che l’uomo utilizzi il talento che gli è stato donato e non perda mai il contatto con il trascendente, e attraverso esso non cessi mai di lavorare per mantenere inalterato il delicato equilibrio del mondo in cui , temporaneamente, vive,viviamo.
Questo mondo lo abbiamo ricevuto in prestito per qualche anno, non è nostro. Difendiamolo dalle brutture, dai soprusi, dai mercanti di morte e dai mercanti di uomini, rimaniamo con empatia e misericordia sempre in ascolto dell’altro, del nostro prossimo, combattiamo nel nostro piccolo il malaffare e i distruttori del bello, gli oscuri servi sciocchi del brutto e del buio. Nel nostro piccolo, avremo scritto dei capolavori pur non essendo il grande Morricone.