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Il modo migliore di ripensare alla scuola

Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. (…) Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare. (Giacomo Leopardi)

Sull’ermo colle della guerra e della crisi, e dinanzi a questa siepe dell’incertezza, si può scegliere se restare a guardare l’impedimento o figurarsi una visione nuova della scuola. Quando se ne parla, spesso lo si fa guardando agli aspetti economici, ma tutto ciò può bastare? Insomma, le scelte politiche ed economiche di questi giorni nascono per un bisogno immediato e, purtroppo, solo in piccola percentuale per una scommessa sul sistema formativo ed educativo o per una progettualità? Ripensare la scuola, la significatività di essa per i singoli e la società, l’impronta da lasciare per l’immediato futuro di ogni studente e del nostro Paese, il ruolo dei docenti, la dimensione educativa, la riflessione culturale, non possono essere legati alle emergenze del momento! Perché non pensare ad una “ricerca scientifica” in ambito scolastico che punti su una cura per una scuola buona culturalmente e umanamente, e su una visione che la renda desiderabile e appassionante, coinvolgente e creativa, dove possa essere dolce naufragar?

Pubblicato su Sicilianpost.it

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