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Guerre e migrazioni forzate: la fatica di trovare in tutto ciò segni di resurrezione

Quell’uomo in croce dà proprio fastidio, che poi possa essere Dio disturba ancor di più! In certi ambienti è più fastidioso di un bambino che nasce povero in una mangiatoia; un crocifisso e un bambino in fasce sono un problema, fanno paura, vanno tenuti lontani dai luoghi pubblici. Ci offendono, perché non sono utili alla società, così inchiodato il primo, così gracile l’altro. Ci irritano, perché uno è imbrattato di sangue, il piccolo piange di continuo. Ci spaventano, perché chi muore in croce non lo si può proprio guardare, mentre chi nasce in una stalla potrebbe portare delle malattie.

Ci guardano, uno dall’alto di una croce con quello sguardo pietoso come dietro al finestrino di un’auto il migrante che ci vuol lavare il vetro, l’altro per terra con gli occhi spaventati ma vispi di uno di quei bimbi in mezzo alle bombe. Ci colpiscono quanto le immagini della guerra e le tragedie del mare, dunque è meglio non pensarci troppo, metterli da parte, scrivere “torno subito”, come si legge in un’aula scolastica al posto della croce che era sulla parete. Nelle scorse settimane abbiamo ascoltato le polemiche sulle mancate benedizioni pasquali in alcune scuole.

Intanto la Pasqua è arrivata per credenti e non credenti, con o senza benedizioni ed esercizi per l’anima; pensando ai giorni di vacanza, almeno nella scuola quel crocifisso qualcosa di buono ancora fa, sebbene sempre meno di quello che riesce fare con due settimane di pausa il bambinello di Betlemme; speriamo che, una volta cresciuto, non segua l’esempio del crocifisso, non diventi come lui! Magari potrebbe montarsi la testa, pensare e dire di essere Dio, di risorgere dopo la morte il terzo giorno; e qualcuno potrebbe pure crederci, seguire quelle parole assurde come perdono, misericordia, amore, o quelle frasi strane del tipo “la verità vi farà liberi” e “ama il tuo nemico”. Bambino povero, uomo in croce, sono storie di altri tempi? Non è che qualcuno vuol farci pensare che abbiano qualcosa a che fare con i morti innocenti a causa di tutte le guerre e delle migrazioni forzate? Quanto è faticoso trovare segni di resurrezione in tutto ciò, ma soprattutto quanto è necessario cercarli e testimoniarli!

Marco Pappalardo: