I giovani siano creatori di bellezza

Foto di Dim Hou da Pixabay

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, i Neet, ovvero i giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano e non lavorano, ammontano a 2,1 milioni. Questi numeri, dietro ai quali si celano giovani vite che lottano per realizzare i loro sogni, meritano delle risposte adeguate, sia da parte del mondo politico che della società civile nella sua interezza.

Occorre ripartire da un nuovo modello di economia civile, che metta al centro i principi di solidarietà, reciprocità e fraternità. Il raggiungimento di questo obiettivo presuppone l’avvio di un’esperienza nazionale di inclusione lavorativa virtuosa, in grado di valorizzare le competenze delle giovani generazioni e le potenzialità insite in ogni comunità.

Noi giovani nati a cavallo degli anni duemila però, siamo la generazione maggiormente colpita da questo cambiamento epocale che, nel nostro tempo, ha profondamente mutato il mondo del lavoro e reso più difficile accedervi. Abbiamo bisogno di forme di sostegno all’occupazione, condizioni di lavoro eque e sostenibili, supporto all’imprenditoria giovanile e, in caso di perdita dell’impiego, una celere possibilità di accesso ai dispositivi di protezione sociale. Pensando al futuro e nell’ottica di costruire una famiglia, ci servono dei contratti stabili, la totale messa al bando di quelli pirata e l’eliminazione degli stage non retribuiti.

Papa Francesco, con assoluta lungimiranza, ci ha esortato ad essere “creatori di bellezza e fare qualcosa che prima non c’era”. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo di idee e concretezza per il bene comune, abbiamo però bisogno di condizioni lavorative in grado di valorizzarci al meglio e darci i mezzi necessari per condurre nel migliore dei modi la nostra quotidianità e poter realizzare i nostri sogni.