Moltissimi giovani operano in prima linea in numerose attività di volontariato per migliorare il contesto in cui vivono, edificando reti di solidarietà in cui vengono coinvolte associazioni, parrocchie o centri sociali, cooperative, fondazioni e piccoli comitati locali. Questo dato è in netta controtendenza col graduale abbandono della vita pubblica, testimoniato dalle alte percentuali di astensionismo elettorale riscontrate nell’ultimo decennio. Per delusi e astenuti vi è una presa di distanza dalla Res Publica e dalle questioni di interesse collettivo di cui, noi giovani, siamo chiamati a farci carico senza riserve.
Nel nostro Paese e in tutta Europa, la voglia di partecipazione democratica, non deve abbandonare noi giovani che, con grande propensione alla socialità e animati da uno spirito solidaristico, siamo sempre più vicini alle fragilità emergenti, dando un contributo determinante al perseguimento del bene comune. La cittadinanza attiva si può e si deve praticare tutti i giorni e in ogni ambito della società, a maggior ragione in questo momento in cui, per le giovani generazioni, alcuni riferimenti ideali sembrano venir meno. Abbiamo necessità di cittadine e cittadini attivi e di amministratori interessati al bene delle future generazioni in modo concreto, magari partendo proprio dalle ottime esperienze di volontariato per contrastare il crescente abbandono della vita pubblica e incrementare la partecipazione democratica di tutti i cittadini. I giovani non possono esimersi da questa responsabilità, il futuro e le sfide racchiuse in esso ci attendono.