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G7 disabilità e inclusione: la speranza è che si giunga a risultati concreti

Assisi

Foto di Achim Ruhnau da Pixabay

Il G7 sulla disabilità potrebbe offrire un’importante piattaforma per affrontare e migliorare la vita delle persone con disabilità in tutti i Paesi membri. Tuttavia, c’è incertezza su come o se il tema dell’accessibilità digitale sarà incluso nell’agenda, un aspetto fondamentale nella nostra società sempre più connessa e obbligatorio dal 2004. L’ironia sta nel fatto che il sito web dedicato all’evento risulta esso stesso inaccessibile per molti utenti con disabilità, evidenziando una mancanza di competenza e attenzione su questo tema.

Il concetto di accessibilità digitale riguarda la progettazione e la fruizione di contenuti web e digitali da parte di chiunque, comprese le persone che utilizzano strumenti come i lettori di schermo. Ci sono normative internazionali che stabiliscono requisiti precisi, come il contrasto dei colori, la struttura logica delle pagine e l’uso di testi alternativi per le immagini. Esaminando il sito dedicato al G7 della disabilità, emergono seri problemi in questi ambiti, a partire dall’utilizzo dei colori. Il testo bianco su sfondo arancione è leggibile solo a fatica per coloro che hanno una visione ridotta, a causa di un rapporto di contrasto ben al di sotto degli standard minimi richiesti. Questo compromette l’accessibilità e la leggibilità dei contenuti per tutti gli utenti.

Un altro aspetto riguarda i testi alternativi per le immagini, che sono essenziali per le persone non vedenti. Ad esempio, lo slider delle immagini include una descrizione generica che non fornisce informazioni sufficienti sul contenuto dell’evento. Inoltre, la navigazione del sito è complicata da una serie di link confusi e generici, come “clicca qui” o “evento,” che portano a destinazioni diverse. Questa scelta rende difficile, se non impossibile, la navigazione per chi si affida ai lettori di schermo, portando a frustrazione e disorientamento.

La mancanza di struttura semantica è evidente anche nelle intestazioni. Il sito non dispone di un titolo principale (H1), che rappresenta il punto di partenza per molti utenti che utilizzano tecnologie assistive. Inoltre, non esiste un meccanismo chiaro per segnalare problemi di accessibilità. Anche se il sito include una “dichiarazione di accessibilità”, questa non è cliccabile, lasciando l’utente senza un contatto per segnalare difficoltà. È una situazione paradossale, visto che la dichiarazione dovrebbe offrire trasparenza e facilitare la comunicazione.

Chi volesse registrarsi all’evento si trova poi di fronte a ulteriori barriere, con un modulo di iscrizione privo delle caratteristiche di accessibilità previste da un ventennio. Elementi come le etichette di testo per i campi del modulo sono fondamentali per garantire che tutti possano utilizzarlo con facilità, ma qui risultano assenti.

È poi presente un cosiddetto “accessibility overlay“, un elemento che, nelle intenzioni, dovrebbe migliorare l’accessibilità del sito. Tuttavia, questo strumento non è di qualità e rende l’esperienza ancora più complicata. Ad esempio, il pulsante di attivazione dell’overlay non funziona con i lettori di schermo mobili, creando confusione. Questo tipo di soluzione è indicativo di un approccio superficiale, che cerca di rimediare a una mancanza di accessibilità solo in modo apparente. Abbiamo quindi un nuovo sito Web, realizzato appositamente per un evento dedicato alla disabilità, che non rispetta i requisiti base di accessibilità!

Mancano competenze specifiche in accessibilità digitale. Troppo spesso, infatti, il design e la creazione di contenuti digitali vengono realizzati senza la consapevolezza o l’attenzione necessaria verso le esigenze di tutti gli utenti. L’accessibilità non può più essere un’opzione. Speriamo che questo G7 porti a risultati concreti e tangibili, andando oltre le parole per creare un mondo digitale realmente inclusivo.

Paolo Berro: