In riguardo all’inclusione scolastica e agli studenti con disabilità e fragilità è necessario cambiare totalmente approccio. Spesso ci si pongono domande in merito al bullismo e sul fatto che, a volte, i ragazzi con fragilità vengono derisi. Penso che ciò, senza voler giustificare nessuno, non derivi dalla cattiveria, ma dal mancato processo di inclusione culturale e da quello che non viene fatto. Gli insegnanti e i dirigenti, a tal proposito, hanno un compito difficile ma dai risvolti importantissimi su tale versante. Ricordiamoci sempre che, la scuola, non è solamente didattica ma crea legami nonché esempi che hanno ripercussioni a catena, ossia quando ci sono esempi positivi si genera ricchezza ma, nel caso di comportamenti negativi, si possono avere dei risvolti pericolosi. Pertanto, è necessario che, gli insegnanti vengano formati adeguatamente e, a loro volta, formino le persone a livello relazionale e sociale. Deve tornare in maniera molto accentuata l’educazione civica, la quale deve insegnare agli alunni che, gli elementi più importanti, sono la relazione e la socialità nonché capire l’importanza delle persone, a prescindere dalle competenze e dalle nozioni che verranno in seguito. In particolare, è importante insegnare a relazionarsi con il prossimo, soprattutto quello più in difficoltà. Se ciò viene fatto dagli insegnanti e dai dirigenti, possiamo avere la speranza che, la scuola del futuro, sia diversa da quella di oggi la quale, purtroppo, non è inclusiva.
La fragilità, sia per la scuola che per la società in generale, è ciò che può dare la svolta alla società del futuro, quindi principalmente anche alla scuola. Se ci mettiamo nella condizione che, tutti noi, in un modo o nell’altro, possiamo essere fragili e, prima o poi, lo saremo tutti se non lo siamo già stati per una malattia, una disabilità temporanea, oppure una difficoltà sociale ed economica. Rispetto a questo, dobbiamo preparare un terreno adatto dove ognuno, con le rispettive fragilità, può camminare. Oggi purtroppo non è così e pertanto si deve portare la cultura della fragilità, la quale ci spingerà a creare delle opportunità per tutti, grazie alle quali ognuno, con le rispettive competenze e attitudini, potrà esprimersi al meglio.