Il ritrovamento dei resti dei feti e degli altri resti di parti anatomiche dentro i barili in un magazzino di Bologna ha fatto scaturire sgomento e ribrezzo per questa disumana inciviltà. Personalmente ho vissuto il dolore sulla mia pelle della perdita di Samuele, il nostro terzo figlio, morto alla settima settimana di gestazione e abbiamo avuto la possibilità di seppellirlo nel cimitero del nostro paese, essendo a conoscenza del nostro diritto di richiederne la sepoltura. Ci ha dato così modo di elaborare più serenamente questo lutto e di poterlo ancora oggi ricordare fisicamente in uno spazio tutto per lui. Anche i figli che sono arrivati dopo di lui sanno della sua esistenza e del suo passaggio terreno e lo ricordano sempre come loro fratello.
Oggi si tende ad avere più rispetto di un animale, piuttosto di una persona che muore e chi più di un bambino allo stadio iniziale della sua vita che muore si tende a dimenticare e a non avere cura della sua dignità? Ancora oggi purtroppo i genitori che vivono il lutto per la perdita del loro figlio durante la gravidanza non sono informati del diritto che hanno di potere richiederne il seppellimento in qualsiasi epoca gestazionale avvenga la sua morte. La legge che prevede questo diritto è l’art 7 del DPR 285/90 che permette di richiedere la sepoltura entro le 24 ore dall’espulsione o estrazione del feto anche sotto le 20 settimane di gestazione.
Al nostro numero verde 800 035 036 della comunità Papa Giovanni XXIII ci capita di ricevere chiamate di mamme che si chiedono anche a distanza di anni dove siano finiti i resti dei loro figli che hanno perso durante la gravidanza: ci dicono che hanno scoperto questo loro diritto solo adesso e che nessuno le aveva informate. Ci è capitato di recente da parte di una mamma che ha abortito volontariamente di aver chiesto dopo l’intervento, ma entro le 24 ore, i resti di suo figlio e di essersi sentita dire che ormai era troppo tardi.
Ci chiediamo quindi come venga applicata questa legge se poi chi ne fa richiesta non può avere il corpo del proprio figlio per poterlo seppellire. La vicenda di Bologna ci fa ribrezzo, perché quelli sono i resti di corpi umani e ci sembra così assurdo che possano essere trattati in questo modo, ma cosa succede realmente a tutti i resti dei feti che muoiono per cause naturali o vengono abortiti nei nostri ospedali italiani quando i genitori non ne fanno richiesta? Ci auguriamo che venga fatta presto una legge che rispetti le spoglie mortali di questi nostri fratelli più piccoli, prevedendo il seppellimento di ognuno di loro anche di quelli che non vengono richiesti dai loro genitori e che più nessuno venga dimenticato o buttato via come rifiuto.