La fede, dono di Dio e scelta dell’uomo

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Potremmo dire che oggi giorno, si parla di religiosità, cercando di far confluire in questa parola tutto quanto, dimenticando talvolta di parlare di fede.

Cosa significa avere fede?

E’ un interrogativo a cui non è semplice trovare una risposta, eppure l’uomo, fin dalla nascita dimostra di aver bisogno di credere, di avere fiducia in qualcosa o in qualcuno.

Non occorre andare indietro nel tempo e nella storia per ricordare le usanze e le tradizioni di antiche civiltà, che credevano e manifestavano la propria fede adorando oggetti o idoli; e nel loro agire, giusto o sbagliato che fosse, costruivano tutta la loro esistenza e il modo di vivere.

Non dobbiamo stupirci delle domande sulla fede. Non abbiamo categorie mentali adeguate per esprimere l’infinito di Dio.

Un guscio di noce non può contenere l’oceano; tuttavia, l’intelligenza della fede è necessaria e dobbiamo farcela sull’esempio di S. Agostino (354-430) che amava ripetere: “Credere per capire e capire per credere. Voglio capire al massimo quello in cui credo”.

La fede è pertanto un’esigenza interiore dell’uomo. In ciascuno di noi c’è la componente religiosa, che può essere sviata o soffocata, ma c’è sempre. Essa è il risultato di una riflessione umana, ma è soprattutto dono di Dio: dono di Dio e scelta dell’uomo.

Ma la fede di oggi, e specialmente la vera fede, deve saper anche sopravvivere ai grandi traumi sociali, ai problemi del male e della sofferenza umana, al tremendo “silenzio di Dio“, che sembra disinteressarsi degli eventi terreni.

Il nostro credere è pieno di dubbi. Ciò che manca spesso a noi, è la sicurezza della fede.

Il Dottore della Chiesa, S. Tommaso d’Aquino (1225-1274) scriveva che la fede incontra il dubbio, perché manca l’evidenza, e quando manca l’evidenza, l’intelletto è inquieto. La fede non si nutre di evidenzia, bensì di dubbi superati e approfonditi.

“La fede non è un semplice assenso intellettuale dell’uomo a delle verità particolari su Dio; è un atto con cui mi affido liberamente a un Dio che è Padre e mi ama; è adesione a un ‘Tu’ che mi dona speranza e fiducia. Certo questa adesione a Dio non è priva di contenuti: con essa siamo consapevoli che Dio stesso si è mostrato a noi in Cristo, ha fatto vedere il suo volto e si è fatto realmente vicino a ciascuno di noi. Anzi, Dio ha rivelato che il suo amore verso l’uomo, verso ciascuno di noi, è senza misura: sulla Croce, Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio fatto uomo, ci mostra nel modo più luminoso a che punto arriva questo amore, fino al dono di se stesso, fino al sacrificio totale”.

Queste parole pronunciate da Benedetto XVI (2005-2013) nel corso dell’udienza del 24 ottobre 2012, ci spiegano in maniera semplice, ma profonda il valore autentico della fede: un continuo dialogo tra Dio e l’uomo, divenuto ancora più diretto attraverso la figura umana di Gesù.

I dubbi e le incertezze fanno parte sicuramente di ciascun essere umano, e non riguardano solo la fede, ma ogni individuo li registra e verifica anche nel corso della propria esistenza.

A tal proposito vale la pena ricordare quel che disse un sacerdote africano rivolgendosi ai tanti fedeli riuniti nella propria parrocchia: “Siete venuti oggi in chiesa a pregare perché il Signore ci mandi la pioggia; ma dove avete l’ombrello? Se aveste veramente fede, se foste sicuri del vostro Dio, avreste preso l’ombrello prima di chiedere la pioggia!”.

Ecco che l’uomo ha sempre bisogno di risposte sicure, di certezze, e solo una fede autentica e convinta può aiutare l’uomo a crescere, a migliorarsi, a integrarsi con il prossimo. Dio ci vuole dalla sua parte, ma ci lascia liberi di scegliere. Ma il credente sa benissimo che può realizzarsi completamente solo affidandosi a Dio completamente, in ogni istante della propria vita, e sa che in Lui, potrà trovare le risposte ai tanti interrogativi che quotidianamente interpellano la nostra coscienza.

La fede è vita, perciò come ogni organismo vivente deve crescere sempre; il cristiano vive di fede giorno per giorno non nell’astratto delle sue meditazioni, ma nel concreto dei rapporti col mondo delle cose e degli uomini.

E’ opportuno un cammino più continuativo di fede, affinché l’individuo e l’adulto in particolare, possa progettare seriamente e responsabilmente la propria esistenza cristiana.

Avere fede, oggi in questa particolare epoca storica, significa prima di tutto prendere coscienza della verità annunziata da Cristo, e cioè della Rivelazione e della Redenzione.

Giovanni Maria Vianney (1786-1859), più noto come il curato d’Ars, soleva dire: “Siamo in questo mondo come in una nebbia, ma la fede è il vento che la dissipa e fa splendere nell’anima un bel sole”.

Ci piace concludere queste brevi riflessioni sulla fede con un paradosso: “Che cos’è la fede? Chiudi gli occhi e vedrai!”.