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Essere gentili: un atto rivoluzionario

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Foto di Brett Jordan su Unsplash

La Giornata mondiale della Gentilezza viene celebrata ogni anno con l’obiettivo di rendere il mondo migliore e più attento al prossimo, attraverso la promozione di buone azioni individuali e collettive che hanno alla base l’espressione della gentilezza. In quest’epoca, attraversata da conflitti, divisioni e, a volte, individualismo, l’obiettivo della Giornata deve essere il guardare oltre noi stessi, superando le divisioni personali e culturali con l’obiettivo di dare vita a un’umanità in grado di mettere sempre al centro la pace e la fraternità tra i popoli.

La gentilezza deve essere posta alla base di ogni nostra azione quotidiana. Una buona parola e un sorriso possono contribuire a rendere meno gravose le difficoltà quotidiane di ognuno. Tale aspetto, insito nella personalità di ognuno di noi, deve tornare ad essere il fondamento della natura umana. Ciò vale per tutti, ma soprattutto per coloro che, tutti i giorni, sono a contatto con le persone colpite da una fragilità. In questo caso, il sostegno concreto e una voce amica, se uniti alla gentilezza nei modi, diventano un bene ancor più prezioso. Essere gentili, ad oggi, è un atto rivoluzionario. Significa avere premura di tenere tra le nostre mani con tenerezza e delicatezza la relazione con noi stessi e con il vissuto emotivo delle persone che ci stanno accanto. In questa giornata, quindi, è fondamentale ricordare l’insegnamento di Papa Francesco che, più volte, ha parlato dell’importanza di una umanità riconciliata e “un modo di relazionarsi da cui derivano le molteplici virtù umane di una convivenza buona e dignitosa. Una di queste virtù è la gentilezza, intesa come stile di vita che favorisce la fraternità e l’amicizia sociale”. Dobbiamo sforzarci di applicare ogni giorno questi preziosi insegnamenti, solo così la pace e l’inclusione delle persone con fragilità si realizzeranno compiutamente.

Alda Cattelini: