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L’esigenza di accelerare la vaccinazione per tornare alla normalità

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La risposta alle epidemie nell’era moderna non è così diversa da quella documentata nel Medioevo. Lo ha dimostrato la prima fase dell’emergenza Covid con l’allontanamento dalle zone d’Italia dove il coronavirus circolava in modo più evidente (ad esempio in Lombardia), per spostarsi presso seconde case in zone ritenute più sicure. Ciò ricorda molto l’“allegra brigata” del Boccaccio che si era ritirata nella campagna toscana per sfuggire alla peste (“atra mors”) del 1348 secondo la logica del “longe, tarde”, vale a dire “fai presto”, “fuggi lontano” e “torna il più tardi possibile”.

L’epidemia Covid-19 ha fatto tuttavia emergere anche comportamenti virtuosi, quali il rispetto del “rimanete a casa” da parte degli italiani, che hanno così dimostrato un grande senso di responsabilità di fronte all’emergenza pandemica, consci che fosse necessario supportare con il proprio comportamento le misure di contenimento decise dalle istituzioni. Rispetto a un anno fa la fase attuale è diversa ma non meno insidiosa pur conoscendo meglio ora il virus e disponendo dei vaccini. Faccio il medico, non faccio né il giurista né il poliziotto, il problema è che una volta stabilità l’obbligatorietà della vaccinazione, le sanzioni le stabilisce chi di competenza.

Sono dell’avviso che si debba promuovere al massimo la vaccinazione e credo che il deterrente più importante sia il dovere di esibire la prova dell’avvenuta vaccinazione per gli over 50, chi ha una attività lavorativa, quindi si sposta, prende i mezzi, pena la perdita dello stipendio. Si fa un gran discutere sulle sanzioni stabilite dal governo nel nuovo decreto Covid per gli over 50 non vaccinati. Trovo sia stato giusto riprendere le lezioni. Teniamo conto che comunque i bambini e i ragazzi, con le scuole chiuse, continuerebbero a socializzare, magari praticando sport, vedendo gli amici, accompagnando i genitori nei negozi dei centri commerciali e in tante altre attività. Semmai bisogna accelerare con le vaccinazioni anche nella classe di età 5-11 anni.

Israele è il laboratorio del mondo e anticipa l’andamento della pandemia anche da noi: secondo i modelli matematici si può prevedere per l’Italia una seconda parte di 2022 Covid-free con un’accelerazione della campagna vaccinale che copra le sacche di popolazione ancora senza protezione anticorpale. Accelerando la vaccinazione in sei mesi l’Italia può uscire dalla pandemia.

L’analisi dei trend dei contagi mostra che siamo vicini al picco delle infezioni (fine gennaio) e, come sempre accade in pandemia, l’ultima curva a scendere sarà quella dei decessi. Più di otto casi di Covid su dieci avvengono in Italia con Omicron. La variante sudafricana è ormai prevalente ovunque rendendo Delta marginale. In Francia vediamo 300 mila contagi al giorno, in Usa un milione. Abbiamo una situazione piuttosto difficile che richiede prese di posizione rapide per poter cercare di fronteggiarla, anche se noi sappiamo che l’unico modo per poter avere una vera e propria barriera nei confronti di questa diffusione del virus è rappresentata del vaccino. Tutti i dati dimostrano che Omicron dà forme meno gravi, ma quando la platea dei contagiati è così ampia è chiaro che anche l’1% di forme gravi determina quello stress che stiamo vedendo su ospedali e terapie intensive e il pesante aumento dei decessi.

Prof. Roberto Cauda: