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L’esempio e il coraggio di Renata Fonte

Renata Fonte ha avuto il coraggio di affermare il suo impegno e le sue scelte civili e politiche in un sistema dai forti retaggi di una cultura maschile, probabilmente vittima di quel sistema che ne ha determinato l’isolamento. Primo delitto politico mafioso nel Salento, una violenza perpetuata su una donna.

La sua è una storia emblema di coraggio e determinazione che ha varcato i confini del Salento ed è diventata simbolo di lotta civile in tutta Italia.  Non una di meno ma una di più! Perché vive in tutti coloro i quali si ispirano al suo esempio.

Ancora oggi la violenza sulle donne è un problema di retaggi culturali, stereotipi e tabù. La violenza di genere è sistemica è un problema strutturale non emergenziale, è un fenomeno socio culturale.

E’ importante dunque educare alle differenze di genere ma anche di cultura, di razza, fondamentale è dunque fare educazione sentimentale nei programmi scolastici per contrapporre la cultura del rispetto alla cultura del possesso.

Sul piano legislativo e giuridico gli interventi politici sono inadeguati, alimentano povertà e precariato, erodono diritti, tutele, welfare, dando per scontato che siano le donne con il loro lavoro di cura a sostituire politiche sociali assenti, i consultori sono stati smantellati mortificando il diritto alla salute sessuale e riproduttiva.

I percorsi di uscita dalla violenza sono ancora difficili e complicati, non è previsto infatti che le donne che denunciano vengano inserire in un percorso lavorativo e sociale, quindi le donne non denunciano perché sono lasciate sole in una quotidiana indifferenza. Il governo non valorizza il ruolo politico dei Centri antiviolenza, parificati a qualunque altro servizio sociale.

La Convenzione di Istanbul ratificata da 32 Paesi, Trattato contro la violenza sulle donne e la violenza domestica per prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli è rimasta lettera morta. I media non agevolano il cambiamento perché rappresentano in maniera distorta la violenza ed i ruoli di genere e diventano megafono di stereotipi e sessismo.

Anche se la violenza sulle donne è la prima causa di morte fra i 15 ed i 44 anni, più del cancro e degli incidenti stradali, non è solo quella che avviene nelle relazioni di intimità.

E’ violenza quella di Stati e leader politici che cavalcano politiche reazionarie e fondamentalismi di stampo misogino, che innalzano muri e costruiscono nuove segregazioni contro l’immigrazione, e promulgano leggi per respingere e deportare. E’ violenza quella dei diritti negati e delle discriminazioni verso le donne migranti. Anche morire di fatica nei campi é violenza!

Non posso non pensare alla condizione delle donne nel mondo, penso alle spose bambine, alle donne vittime di tratta e mutilazioni genitali, alle donne rifugiate che subiscono indicibili violenze e violazioni dei diritti umani e abusi sessuali dalle guardie di frontiera, secondo il rapporto di Amnesty International.

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne quindi deve diventare l’occasione per riflettere sulla condizione della donna e deve essere l’occasione lottare per i diritti e contro ogni forma di discriminazione e violenza.

Che la giornata contro la violenza sulle donne sia dunque la giornata della consapevolezza di sé della propria identità, della propria dignità e del proprio valore!

Accogliamo oggi più che mai l’insegnamento di Renata Fonte a parlare ad alta voce con il coraggio della parola e della denuncia, senza restare a guardare, senza voltarsi dall’altra parte, per essere una spina nel fianco e graffiare le coscienze, perché il silenzio è colpevole e responsabile!

Noi figlie di Renata non siamo un simbolo, ma vogliamo testimoniare con la coerenza del nostro impegno quotidiano il suo coraggio, facendo la nostra parte fino in fondo, con quella fame e sete di giustizia e verità che ancora non abbiamo sulla vicenda di nostra madre.

Ad alimentarci è la speranza che come ci insegna Sant’Agostino ha due bellissimi figli: lo sdegno ed il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle! Siano dunque la forza della verità e la grandezza della giustizia ad illuminare il nostro impegno, sempre!

Viviana Matrangola: