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Ecco perchè “Resto al Sud”

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Resto al sud è una misura di Invitalia, ovvero incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali nelle regioni del Sud Italia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria). Il programma resto al sud è stato inaugurato nel 2017 all’interno delle disposizioni per la crescita del mezzogiorno, inizialmente pensato per trattenere i giovani under 35 e per incentivare potenziali talenti già emigrati a rientrare e scommettere nel proprio territorio, nel tempo è stato potenziato ed ampliato per raggiungere più potenziali beneficiari e comprendere più attività; con l’ultima modifica successiva al decreto rilancio resto al sud è diventata a tutti gli effetti un opportunità per creare occupazione e generare valore nel territorio rivolto a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 56 anni non compiuti.

L’efficacia della misura, confermata ad ogni legge di bilancio, dal 2017 ad oggi (dati aprile 2021) ha finanziato 8.028, concesso 261 milioni in Agevolazioni e creato 30.266 Posti di lavoro. Un impatto realizzato soprattutto grazie all’attività gratuita di consulenza e accompagnamento che numerosi enti del terzo settore e associazioni di categoria svolgono quotidianamente in qualità di enti accreditati per Resto al Sud ad Invitalia.

Le parole chiave delle imprese finanziate sono “sostenibilità, innovazione e impatto sul territorio”. L’accesso alle agevolazioni è caratterizzato da una valutazione sia oggettiva che soggettiva, quest’ultima, che avviene attraverso un colloquio diretto, è molto utile per conoscere le persone che si vogliono mettere in gioco e il cambiamento che vogliono apportare per loro stessi e per il loro futuro professionale.

Nella stesura del piano aziendale è importante che emerga la visione di cosa intende fare e su che cosa vuole incidere. Uno degli obiettivi target è restituire al territorio e alla comunità di riferimento benefici nell’ottica di aumento dell’occupazione (soprattutto quella giovanile) e la creazione di strumenti utili per un effetto moltiplicatore sull’economia locale. Dal monitoraggio di Invitalia a dicembre 2020 possiamo notare che le imprese finanziate insistono in maggioranza su tre specifici settori generali: il 52% nel settore turistico culturale, il 20% nel settore di attività manufatturiere e artigianali e il 19% nei servizi alla persona. Questi settori chiave possono essere considerati strategici per lo sviluppo delle economie locali e in grado di valorizzare i talenti e le opportunità presenti nei territori del mezzogiorno. La maggioranza dei progetti d’Impresa sostenuti risponde ad idee imprenditoriali proposte da giovani nella fascia d’età tra i 30 e 35 anni, ma Resto al Sud non è più solo uno strumento per giovani, l’allargamento della platea dei beneficiari, l’aumento della percentuale di contributo a fondo perduto dal 35% al 50%, ha reso l’incentivo uno mezzo duttile e trasversale per la creazione di lavoro attraverso la nascita di nuove imprese e per contrastare l’esclusione sociale causata dalla mancanza di un reddito. Molte persone, che per vari motivi hanno perso il lavoro in età adulta, età in cui è più complesso essere appetibili per le aziende e per il mercato del lavoro in generale, possono mettere a sistema la loro esperienza scommettendo su sé stessi candidando un’idea imprenditoriale.

L’evoluzione della misura, da strumento pensato per diminuire il gap di crescita del Mezzogiorno attraverso la spinta innovativa dei giovani ad incentivo trasversale con requisiti più ampi, ci consegna l’immagine di un Sud Italia che è ancora alle prese con le problematiche derivanti dalla scarsa cultura d’impresa dei giovani, che non hanno abbastanza fiducia per scommettere in loro stessi e dare impulsi nuovi al tessuto imprenditoriale. Le considerazioni, tuttavia, sono retrospettive, la pandemia ha cambiato il nostro presente e indubbiamente cambierà il nostro futuro, tutto da costruire con maggiore consapevolezza ed uno sguardo sempre più attento alla comunità.

Il rientro di molti giovani lavoratori nelle proprie comunità, fenomeno del south working” apre nuovi scenari e nuove opportunità che possono essere sostenute da misure come Resto al Sud.

Davide Capodici: