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“Durante e Dopo di Noi”: c’è ancora tanto lavoro da fare

Oggi ho partecipato ad un compleanno di un bambino autistico. Non c’era nessuno dei suoi compagni. Nessuno. Allora, dopo un momento di rabbia e di sconforto, mi sono interrogata su quanto stiamo facendo per far conoscere alla gente che incontriamo questo benedetto/maledetto disturbo del neuro sviluppo che si chiama autismo. Evidentemente tutti gli sforzi che facciamo per sensibilizzare le persone che incontriamo, tutte le presenze nelle scuole, tutti gli spettacoli che organizziamo, tutte le occasioni che abbiamo e che sfruttiamo per parlare con la gente, per diffondere conoscenza su questo disturbo, non sono sufficienti. Eppure, noi genitori ci mettiamo tanto impegno, utilizziamo tanto del nostro tempo che sottraiamo alle nostre famiglie. Ma di fronte a questi fatti, che sembrano storie lontane da noi, si rimane attoniti.

Incontro una mamma che mi racconta quanto solo sia suo figlio autistico adolescente; non ha amici, sempre in giro solo con lei. Mi dice che le rare volte che qualcuno passa a trovarlo, le viene da piangere per la felicità.  Ma è possibile una cosa del genere? I nostri figli sembrano dei tipi solitari, che non vogliono parlare con nessuno, che vogliono estraniarsi dal nostro mondo. Invece non è così: anche loro vorrebbero avere degli amici, vorrebbero uscire la sera, andare a mangiare la pizza in compagnia. È una richiesta troppo grande? Sono ragazzi come tutti gli altri, magari hanno qualche modo di fare che sembra strano, magari saltellano, magari ripetono le stesse parole, ma non sono cose poi così gravi, gli amici sono amici anche se capitano questi comportamenti un po’ bizzarri.

Si parla tanto di “Durante e Dopo di Noi”: leggi, convegni, congressi, meeting, seminari, discussioni…sono all’ordine del giorno. Ma come facciamo noi mamme a lasciare questa Terra se anche le cose più semplici sono negate ai nostri figli? C’è ancora tanto lavoro da fare. Non possiamo abbatterci: dobbiamo continuare il nostro lavoro di diffusione di informazioni, di sensibilizzazione, partendo sempre dalle scuole e poi sui posti di lavoro. Solo così possiamo creare un ambiente favorevole per il futuro, una vita adulta dignitosa e una vera integrazione per nostri figli.

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