A oltre un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, la situazione delle persone con disabilità è sempre più drammatica. Secondo le stime, nel febbraio dello scorso anno, risiedevano nel paese più di due milioni e 700 mila persone con disabilità e, oltre il 13% delle famiglie ucraine, aveva al proprio interno un componente con fragilità. La guerra, nella sua immane crudeltà, ha colpito queste persone in maniera molto dura, ponendole di fronte a barriere potenzialmente letali, come la mancanza di alloggi accessibili, piani di evacuazione adeguati e specifici corridoi umanitari, correlati alla scarsezza di cure sanitarie e sociali.
È necessario compiere qualsiasi sforzo per arrivare ad una rapida pace, in grado di salvaguardare e proteggere i più deboli. Tutte le istituzioni preposte devono far sì che, le persone con disabilità, possano avere uguale accesso a tutti i servizi umanitari in grado di soddisfare le esigenze primarie. Infine, guardando al futuro, sarà necessario dar vita ad una ricostruzione nel segno dell’inclusione, mettendo al centro le fragilità. Ribadisco però che, primo passo verso un futuro migliore e più attento alla disabilità, è la pace ed è ciò a cui tutti gli enti internazionali dovranno puntare.