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Il dovere di ogni cristiano di agire affinché la guerra finisca

Trentasette anni fa con i Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme ho fatto un pellegrinaggio in Palestina visitando i luoghi santi. Fu una esperienza emozionante visitare Gerusalemme, Betlemme, pregare alle foci del Fiume Giordano. Il Giordano, in arabo Nahr al-Urdun, in ebraico Nehar haYarden è un fiume dell’Asia occidentale che bagna Palestina, Giordania, Israele, Libano e Siria. Per i cristiani è un fiume molto importante poiché vi fu battezzato Gesù, mentre per gli ebrei è dove il successore di Mosè, Giosuè, portò il popolo ebraico nella Terra Promessa. Viene spesso menzionato nell’Antico e nel Nuovo Testamento ed è meta prescelta dei pellegrinaggi.

A Gerusalemme passando per i mercati arabi, in processione, portando a turno una croce di legno, ripercorremmo il percorso doloroso di Gesù Cristo verso il Golgota e la crocifissione. Mentre eravamo in preghiera, indossando il mantello dei Cavalieri e le donne quello delle Dame, non vi fu un solo arabo che ci guardasse in cagnesco e, mentre percorrevamo la strada del mercato, incontrammo tanti giovani ebrei in uniforme, con il mitra imbracciato che ci salutarono sorridendo. In quel viaggio feci amicizia con un noto avvocato di Ancona, Vincenzo Speciale, anch’egli Cavaliere. La sera ed al mattino presto verso le 5,00 facevamo delle lunghe passeggiate per le strade di Gerusalemme e solo una sera un anziano sacerdote ci disse: “Ma siete italiani?” Ed al nostro assenso aggiunse: “Ma andate in cerca di una coltellata?” In quel periodo, dopo una esperienza alla Digos di Venezia, ricoprivo le funzioni di Capo della Squadra mobile di Ancona, quindi non ero proprio uno sprovveduto, ma non “annusai” alcun pericolo. Comunque, come due ragazzini bacchettati dalla maestra, Vincenzo ed io rientrammo in hotel. Avevo lasciato in Italia mia moglie, in tenera attesa, e la prudenza non è mai troppa.

Visitammo anche la Giordania e ci bagnammo (cautamente) nelle acque del Mar Morto, che come tutti sanno è molto salato, per cui è bene non entrare in acque troppo profonde. In definitiva il viaggio fu stupendo e ne conservo un ricordo commovente, oggi ancor più, che il mio amico Vincenzo non è più su questa terra e si trova nel Regno dei Giusti, ove spero un giorno di reincontrarlo. Quando vedo le scene di guerra, i bambini tra le macerie, gli anziani sporchi di calcinacci, con il volto spaurito, mi chiedo: “Perchè una pace allora era possibile ed oggi non si fa che parlare di guerra?”. I crimini non hanno bandiera. Uccidere un innocente è un crimine che non trova giustificazioni. Che male può aver commesso un bimbo? Che male può commettere un anziano? Stiamo assistendo ad un genocidio, sia da una parte che dall’altra.

Sento parlare solo di guerra, di sanzioni, di bombe, come se la guerra fosse un gioco. Perchè il mondo non si accorge che ci stiamo avviando all’autodistruzione? Lungo le strade di quella Terra Santa, a Gerusalemme, abbiamo pregato. Oggi vi scorre sangue ed è lo stesso sangue del Cristo. Io credo che ogni cristiano ha il dovere di fare qualcosa perchè la guerra cessi e il dovere di aiutare i poveri di quella terra. E chi è più povero di chi non ha più casa, un letto, un pezzo di pane? Io non sono un potente della terra ma chiedo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di pregare perchè il cuore dei potenti si intenerisca. Perchè riflettano su sorella morte, come la chiamava Francesco, il poverello d’Assisi. O ricco e potente o povero un giorno busserà alla nostra porta. “Allora Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace del fuoco. Lì sarà il pianto e lo stridore dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro”.

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