La vicenda accaduta lo scorso 18 aprile su un convoglio ferroviario che da Genova avrebbe dovuto portare 25 persone con disabilità e 4 accompagnatori a Milano ci deve far riflettere attentamente su due temi molto importanti, l’empatia e l’inclusione ed il diritto alla circolazione delle persone con disabilità. La vicenda è complessa, dai fatti di cronaca riportati si evince che – le persone con disabilità e gli accompagnatori – hanno regolarmente prenotato i posti riservati ma, a causa di un grave sovraffollamento del mezzo ferroviario, li hanno trovati occupati da altre persone che, seppur provviste di biglietto, non avrebbero potuto accomodarsi in quei posti e, all’invito a liberare i posti formulato dal personale di bordo, sono rimasti seduti e, di conseguenza, le persone con disabilità e gli accompagnatori, hanno fatto ritorno a Milano su un autobus predisposto dalla compagnia ferroviaria.
Ciò detto, il diritto alla circolazione delle persone con disabilità, deve sempre essere garantito e rispettato nonostante le difficoltà contingenti perché – la libertà di movimento – rappresenta un’espressione fondamentale della personalità e non può essere in alcun modo limitato, ma anzi deve essere incentivato in ogni modo possibile rispettando e mettendo in atto le indicazioni contenute nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità – approvata nel 2006 e ratificata dall’Italia nel 2009 – la quale ci ricorda di rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena inclusione delle persone con fragilità.
Il secondo pensiero che mi sovviene alla mente in riguardo a questa spiacevole vicenda è di tipo prettamente morale in quanto – ognuno di noi, indipendentemente dalla propria condizione o difficoltà contingente – deve essere solidale con coloro che si trovano in una situazione di difficoltà o fragilità, soprattutto in tale momento storico molto difficile dove – pandemia e guerra – stanno rendendo l’intera società più fragile e per questo ancora più bisognosa di solidarietà reciproca. Tutti noi – enti, associazioni e cittadini – dobbiamo ricordare sempre gli insegnamenti dell’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco e di conseguenza mettere chi soffre al centro della società e prendercene cura, solo così tutti diventeremo migliori.