I diritti sociali corrispondono con l’obbligo di fare, di erogare prestazioni, da parte delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Questi diritti sono propri del cosiddetto “welfare state” e comprendono i diritti alla protezione sociale contro la malattia, la vecchiaia, la disoccupazione, e il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione e il diritto all’assistenza. Tali diritti sono alla base della nostra Repubblica e sono ispirati ai principi di solidarietà e di uguaglianza sostanziale espressi dalla nostra Costituzione. Alla luce di questo quindi, lo Stato, attraverso la legislazione ordinaria, si deve organizzare questi diritti affinché divengano prestazioni e servizi per tutelare i cittadini che versano in condizioni di difficoltà.
Lo strumento principale con il quale i diritti sociali sono resi concreti è rappresentato dalla rete dei servizi sociali, ovvero un complesso di servizi derivanti dalla legislazione sociale vigente in Italia. I principali settori attraverso cui si svolge la protezione della sicurezza sociale sono: la previdenza sociale, l’assistenza sanitaria, e l’assistenza sociale. In particolare, per l’assistenza sociale, la legge n. 328/2000 ha dato vita al sistema integrato di interventi e servizi sociali, alla cui realizzazione partecipano lo Stato, le Regioni e gli Enti locali. I diritti sociali non sono facilmente applicabili, in quanto il loro godimento dipende dalla programmazione economica, anche se devono rimanere una garanzia, poiché, pur essendo comprimibili per esigenze di bilancio, non lo sono in termini assoluti. È quindi necessario che, le istituzioni, nel loro complesso e ad ogni livello, agiscano in sinergia con il Terzo Settore e con il mondo del volontariato per garantire la fruizione e l’incremento dei diritti sociali in maniera sempre migliore e più completa. Questo è il primo punto per arrivare ad una presa in carico complessiva delle nuove fragilità e, di conseguenza, alla costruzione delle basi per un futuro migliore.