Dieci qualità per descrivere la mamma

Foto di Neil Dodhia da Pixabay

Si avverte la sensazione che tutto sia cambiato quando la mamma non c’è più. Io ho perso il papà a 34 anni. Quando è morto aveva 73 anni ed io ho creduto fosse già vecchio. Un dolore atroce ma al quale negli anni mi sono abituato: strana sensazione! Poi è arrivata l’ora di veder partire mamma, che aveva 88 anni. Dicevo tra me e me e con le persone care e con gli amici: “Perchè è morta così presto?”. Mia moglie mi guardava quasi incredula e ha compreso il mio dolore quando anche lei lo ha sofferto. Mamma: una parola che anche l’uomo più potente nelle difficoltà pronuncia. “Mamma, aiutami”. Penso spesso a lei: è stata una moglie, una mamma ed una nonna straordinaria. Sono stato quello che si dice “un uomo impegnato” e talvolta quando mia moglie ed i miei figli volevano colloquiare con me, i miei pensieri si rincorrevano come nuvole nel cielo. Me ne rammarico, purtroppo inutilmente.

Mamma era sempre attenta alle mie parole e a quelle dei suoi nipoti. Io non mi sono mai considerato bello. Ma per lei ero il figlio più bello e più intelligente del mondo. “Ogni scarrafone è bello a mamma soja!”. Quanta  verità nella straordinaria  canzone di Pino Daniele e ,ancora, a Napoli si dice: “Chi tene a mamma è ricc e nun o’ sap”. 

Forse le parole più dolci e più vere che possono descrivere il cuore di una mamma sono quelle napoletane. Una mamma può fare di tutto per un figlio, un figlio non riuscirà mai ad eguagliare l’amore della mamma. Significativo l’episodio riferito dal Vangelo nelle nozze di Cana: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. Gesù sa che non è ancora giunta l’ora di svelare la sua divinità. Ma Maria insiste e Lui non può dirle di no. Conservati tra le cose più care, quasi nascosti in cantina, ho tanti disegni dedicati dai miei figli bambini, alla mamma.

Questi disegni a me sono sembrati sempre più belli di un dipinto di Rubens, con le loro dediche, talvolta con qualche errore di ortografia. Se hai la mamma con te non aspettare il tempo per piangerla amala, onorala. Quando non ci sarà più sarai costretto a vivere nella speranza di rivederla nel sonno e, quando starai male, la cercherai per averla accanto al tuo capezzale.

Chiamala e non temere: lei arriverà e sarà lei ad accompagnarti nell’altra stanza, ove tutto è luce. Ma se la Provvidenza ti fa dono oggi della sua presenza terrena ti sarà semplice il solo guardarla: sul suo viso troverai amore, sacrificio, dedizione, pazienza, bontà, sorriso, forza, altruismo, volontà, vita. Questo è la mamma.