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Da Sanremo alla processione blasfema, non si fermano le offese ai cristiani

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Desta qualche preoccupazione l’atteggiamento anticattolico che, ultimamente e sempre con maggior frequenza, si manifesta nei confronti della Chiesa .

Ne è stata già data testimonianza da quanto accaduto nel recente festival di Sanremo,  laddove e in più  momenti, si è mostrato scarso rispetto nei confronti del credo cristiano, tanto da costringere  Mons. Antonio Suetta, Vescovo della città Sanremese, a intervenire criticando le : ” ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive”.

Ulteriore conferma a tali atti dissacratori, è ciò che si è verificato anche a Roma nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi dove,  Domenica 7 marzo, in occasione della festa della donna, un gruppo di femministe, nella migliore tradizione sessantottina, hanno pensato bene, in segno di protesta , di vilipendere la statua della Madonna, portando in processione la riproduzione di un blasfemo organo sessuale femminile.

La manifestazione definita dalle organizzatrici come un “momento di blasfema e dissacrante socialità”  per condannare la violenza sulle donne, ma in realtà con il chiaro intento provocatorio nei confronti dei fedeli, si è svolta proprio davanti alla chiesa durante le celebrazioni domenicali.

La legge del 24 febbraio 2006, n. 85 (art. 8) così recita: Chiunque, in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, offendendo una confessione religiosa, vilipende con espressioni ingiuriose cose che formino oggetto di culto…., è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000.

Ben poca cosa se paragonato a “l’offesa all’onore e al decoro di una persona presente, normato dall’art. 4 del decreto legislativo n. 7 / 2016 e che prevede una sanzione pecuniaria civile da euro 100 a euro 8.000, dove i soggetti offesi sono, da una parte una confessione religiosa, dall’altra un singolo cittadino.

Tale atto, certamente blasfemo e non di meno dalla volgarità smisurata, va ad offendere infatti e in maniera diretta un miliardo e mezzo di cattolici che riconoscono nella Vergine Maria la madre del Cristo Signore. Non vogliamo nemmeno osare immaginare cosa mai sarebbe potuto succedere se, una tale attenzione fosse stata rivolta nei confronti di un altro credo.

E tutto ciò per cosa?  Semplicemente perché il parroco e alcuni parrocchiani si sarebbero opposti al piano per rendere la piazza area pedonale attraverso lo spostamento della Vergine, simbolo della fede storica del quartiere, dal centro della piazza a ridosso della scalinata della chiesa, rendendo  però in tal modo più difficoltose le celebrazioni delle cerimonie.

Non si può  purtroppo non constatare come  questo fatto altro non è che la riprova di una certa cultura anticlericale strisciante, ma certamente preoccupante, che alcune correnti di pensiero ateo-massoniche, ideologizzate e in nome di una presunta libertà, da tempo stanno alimentando.

Del resto è già quanto successo nel 2007 quando, sulla facciata di una chiesa di Torino, apparvero delle scritte intimidatorie contro l’allora Presidente della CEI Mons. Angelo Bagnasco e addirittura nei confronti del Santo Padre Benedetto XVI che fu anche costretto prudentemente a rinunciare all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma al fine di non sollevare la protesta strumentale e gratuita di certe frange estremiste, nostalgiche e fuori tempo, in nome di una , del tutto gratuita, laicità della scienza.

Da questo modo di pensare e di agire, i cattolici si sentono oggi, in realtà, estranei e in qualche modo emarginati nel proprio Paese e non più liberi non solo non potendo, ma non dovendo più esprimere il proprio pensiero “Sileant  catholici in campo alieno“.

E’ su questa linea, di fatto, che si vorrebbe impedire alla Chiesa , che non dimentichiamolo è universale, anche di poter intervenire nel dibattito sui temi etici che quotidianamente sono alla ribalta in questo periodo storico.

Come laici, in atto di solidale vicinanza alla Chiesa, condanniamo questi atti provocatori e beceri che tentano di limitare la libertà religiosa e quindi esecrabili; ci auguriamo inoltre che questo moderno e manifesto anticlericalismo, fine a se stesso, abbia a cessare nel nome della libertà e del rispetto di qualsivoglia Istituzione, seppur confessionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stefano Ojetti: