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Cura del bene comune: pilastro per una società più inclusiva

La cura del bene comune e del Noi deve essere il pilastro fondamentale per creare una società che sia veramente più inclusiva. La valorizzazione dei diritti, ma soprattutto delle attitudini e inclinazioni delle persone con disabilità deve rappresentare il centro di ogni scelta futura su questa materia, per fare il modo che tutti, senza alcun ostacolo, possano essere protagonisti della propria vita.

Questo obiettivo deve però essere di tutti, senza nessuna distinzione, rinuncia o preclusione. Il mondo delle istituzioni, del volontariato e del Terzo Settore devono esserci e rendere più veloce il processo di inclusione e partecipazione delle persone con fragilità. È importante agire in forma corale nei più svariati settori, dalla ricerca alla rivendicazione dei diritti, con uno spirito di servizio e di dono improntato al raggiungimento del bene del prossimo in difficoltà e anche al benessere della società intera.

Ognuno di noi, oltre ai caratteri generali, deve però focalizzarsi, anche e soprattutto, sulla quotidianità pragmatica delle persone con disabilità, sapendo però che questo richiede tempo e perseveranza collettiva, attraverso una reciproca solidarietà che deve ispirare l’agire in ogni settore sociale. Solo in questo modo, i principi di carattere generale contenuti nell’articolo 3 della Costituzione e nella Convenzione Onu sui diritti per le persone con disabilità, troveranno una realizzazione più concreta. Ciò però può avvenire solo attraverso l’esercizio di quel valore primario e irrinunciabile rappresentato dall’empatia, che deve essere il punto fondamentale di ogni confronto con l’altro.

Alda Cattelini: