Covid-19 si configura come una “nuova infezione” sostenuta prevalentemente dalla variante virale di SARS- CoV-2 denominata Omicron, molto trasmissibile, con tropismo per le vie aeree superiori, con periodo di incubazione breve (2-3 giorni) e minore gravità clinica. In questa nuova epidemia, la vasta quota di infetti asintomatici sostiene ampiamente la trasmissione. Un parametro epidemiologico importante per valutare la contagiosità dell’infezione è l’indice di riproduzione R0, che definisce il numero medio di nuovi casi (casi secondari) generati da un singolo soggetto infetto (caso indice), in assenza di misure di contenimento.
L’indice R0 di COVID-19 è stimato nel range fra 2,3 e 2,7 con un tempo di raddoppio dei casi di 6-7 giorni. Il valore di questo indice è funzione di vari fattori oltre alle proprietà intrinseche di virulenza del virus: entità e grado della popolazione suscettibile, caratteristiche demografiche, condizione socioeconomica e stagionalità. Un’epidemia si può ritenere controllata quando l’indice R0 (o Rt in presenza di misure di contenimento) è ridotto e mantenuto inferiore a 1 e invece in attiva crescita di contagi quando superiore a 1. Questo indice viene calcolato con una formula complessa in cui il fattore di dispersione descrive la misura in cui si possono determinare focolai (cluster) d’infezione attraverso eventi di “superdiffusione”. Si calcola che, in presenza di eventi di “superdiffusione”, un 10% di infetti possa causare anche l’80% dei casi secondari.
I fattori di “superdiffusione” sono correlati a caratteristiche individuali, ai tempi di contatto (stabiliti in > 15 minuti) e agli spazi fisici (ambienti chiusi, poco umidificati e poco areati). La combinazione o la concomitanza di questi fattori può determinare un incremento anche di 20 volte della diffusione epidemica. In sintesi si può affermare che l’infezione da SARS-CoV-2 è altamente trasmissibile, prevalentemente per via aerogena, da un soggetto infetto a uno suscettibile, attraverso droplets e aerosol, più raramente attraverso superfici contaminate. La trasmissione può avvenire a partire da malati ma anche da soggetti asintomatici o presintomatici.
Il rischio di trasmissione è funzione di varie condizioni ambientali, sociali e comportamentali. È principalmente affollamento e contatti prolungati (> 15 minuti) con una persona infetta in ambiente chiuso e invece contrastato dal distanziamento (> 1-1,5 metri), dall’uso di mascherine facciali e altri dispositivi di protezione individuale (DPI) e dal frequente lavaggio delle mani. I bambini non rappresentano una popolazione a rischio di malattia grave ma certamente di infezione e quindi di contagiosità. Il rischio più elevato di malattia grave e di mortalità si riscontra per i soggetti di età avanzata, con patologie pregresse e/o in condizioni di immunocompromissione. Per questi è dimostrata una diminuita risposta anticorpale ma verosimilmente non cellulo-mediata.