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Cosa rappresenta la lettura del Vangelo per ogni cristiano

Molte volte Papa Francesco, sia nel corso delle udienze del mercoledì, sia affacciandosi alla finestra del Palazzo Apostolico, per la tradizionale recita domenicale dell’Angelus e del Regina Coeli, ha invitato fedeli e pellegrini a leggere il Vangelo. Perché leggere il Vangelo ci sarebbe da chiedersi? Nelle sue pagine possiamo trovare le risposte ai tanti, troppi  interrogativi, ai dubbi e alle incertezze che riempiono il nostro vivere quotidiano. Dalla lettura del Vangelo, abbiamo sicuramente la possibilità di rafforzare la fede, attraverso l’ascolto della vera Parola di Dio. E Gesù ci parla in parabole, in modo semplice, con un linguaggio chiaro e diretto, per farci comprendere e capire l’importanza del Regno di Dio: è un insegnamento continuo per il credente di ieri, di oggi e di domani.

Facendo un passo indietro, scopriamo che verso l’anno 180, Ireneo (130-202) vescovo di Lione, in Gallia, ma asiatico di origine e protagonista tra i maggiori della storia della Chiesa nel II secolo ci presenta i quattro Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, come testimoni privilegiati e autorevoli del messaggio predicato da Gesù.

Lo fa e ce ne parla nel suo libro “Adversus haereses”: “Matteo compose il Vangelo per gli Ebrei nella loro lingua, mentre Pietro e Paolo a Roma, predicavano il Vangelo e fondavano la Chiesa. Dopo la loro morte Marco, discepolo e interprete di Pietro, ci trasmise per iscritto quanto era stato predicato da Pietro. E Luca, seguace di Paolo, compose un libro di quel vangelo predicato dall’apostolo. In seguito anche Giovanni, discepolo del Signore e che posò il capo sul petto di lui, egli pure compose un vangelo durante la sua permanenza ad Efeso, nell’Asia”.

Le brevi notizie di Ireneo riguardo ai Vangeli (“vangelo “ è una parola greca che significa “buona notizia”) sono, con qualche aggiunta le stesse che leggiamo in tante fonti sia anteriori come quelle di Papia  vescovo di Gerapoli (70-130) che posteriori a partire dal filosofo e teologo Clemente Alessandrino (150-215). Ogni Vangelo, riflette la fede della comunità per la quale è stato scritto e indirizzato.

L’evangelista Marco, fu il primo a scrivere, verso il 65-70 probabilmente a Roma, era diretto per una comunità di cristiani convertiti, provenienti dal paganesimo dell’Impero Romano e minacciati dalle continue persecuzioni. Nel suo racconto, Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio, e lo fa attraverso i miracoli.

Nel Vangelo di Matteo, scovando tra le testimonianze antiche come quelle del vescovo di Gerapoli, Papia, ci ricorda che l’apostolo mise in ordine in lingua ebraica i detti di Gesù e ognuno li interpretava come poteva, sarebbe stato redatto in aramaico, per una comunità di cristiani venuti dalla sinagoga, cioè ebrei, probabilmente in Siria o forse in Palestina.

Nel suo Vangelo, Matteo, fa un continuo riferimento per affermare che Gesù è il Messia, e vi sono all’interno del testo ben centotrenta citazioni dell’antico Testamento, introdotte con formule tipo: “Ciò avvenne perché si adempissero le parole che il Signore aveva detto per mezzo del profeta…”. Gesù ci viene presentato come maestro impegnato nel confronto dottrinale con il giudaismo e nell’insegnamento ai discepoli.

Per il Vangelo di Luca, la tradizione cristiana, ci dice che egli era medico e pittore, tante sono infatti le immagini di Maria a lui  attribuite, e anche compagno di Paolo di Tarso. A Luca si deve anche la scrittura degli “Atti degli Apostoli”.

Nelle sue pagine, scritte in greco, egli si rivolge direttamente ai quei popoli che vivevano in Turchia e Macedonia. Il suo Gesù è soprattutto ed essenzialmente colui che annuncia l’infinita misericordia di Dio, l’esempio ci viene confermato dalla parabola del “Figliol prodigo”.

Il Vangelo di Giovanni, risale alla fine del primo secolo, tra l’80 e il 110 ed  è destinato alle comunità dell’Asia Minore. Il suo scritto ci presenta con il famoso “prologo”, dove Gesù è il “logos” e naturalmente la Parola vivente di Dio. Gesù è il soggetto di tutto il vangelo giovanneo, che annuncia se stesso quale salvatore del mondo e con lunghi discorsi si manifesta agli uomini.

I Vangeli di Marco, Matteo e Luca sono chiamati “sinottici”, dal greco “sun optikos” che significa “vedere insieme”, infatti essi si rassomigliano nel descrivere la vita del loro maestro.

La lettura del Vangelo rappresenta per ogni cristiano, una fonte inesauribile non solo di suggerimenti e consigli su come vivere la propria fede, ma è senza dubbio quella luce che indica il cammino verso quella misericordia che non ci abbandona mai, ricordando le parole di Gesù: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Gualtiero Sabatini

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