La sensibilità umana, dopo una crisi così lunga e pesante, è essenziale per chi si impegna in politica. Molti esponenti del Pd e della Lista Monti non hanno capito che in questi anni il Paese e il Lavoro si sono impoveriti come mai prima. Maria Antonietta per certi versi era più sensibile.
Si continua a parlare di populismi ma i populismi non hanno mai guidato né l’Europa, né alcun grande Paese in Europa. I populismi trovano alimento nella pessima gestione della crisi da parte dell’Europa.
La crisi, nata negli Usa, ha colpito anche l’Europa, ma gli Stati Uniti l’hanno gestita meglio mentre l’Europa con la linea della austerity ha voluto correggere errori e problemi di decenni con misure drastiche e immediate.
In Italia il prof. Monti, più realista del Re, ci ha salassati come mai prima. Ora la prof.ssa Reichlin sul Corriere della Sera scrive che la Commissione Europea ha sbagliato e che l’Europa ha esagerato a reagire alla crisi del debito sovrano che aveva scatenato la speculazione contro il Debito Pubblico italiano e quello dei Paesi del Sud Europa.
Ma le politiche messe in atto e richieste (sic) dalla austerity europea hanno creato problemi di lavoro mai visti prima, hanno portato alla chiusura di decine di migliaia di aziende e a oltre 400 suicidi senza che i Governi da Monti a oggi abbiamo ben capito ciò che succedeva. Pietro Fassino in una intervista ha dichiarato che ormai abbiamo raggiunto i livelli di occupazione del precrisi. La frase di Fassino non solo non è veritiera ma è molto superficiale.
La disoccupazione nel nostro Paese è ben più alta rispetto al 2008, in particolare la disoccupazione giovanile. Ma soprattutto il lavoro ha cambiato pelle come ha detto la ricerca della Cgia di Mestre. Sono diminuite le ore lavorate, sono aumentati i contratti a tempo determinato ed è aumentata la precarietà. Molti cinquantenni che hanno perso un lavoro soddisfacente a 1.300-1.400 euro al mese lo hanno perso e oggi – se va bene – hanno trovato dopo anni di cassa integrazione un lavoro a tempo determinato a 750 euro al mese.
Il lavoro si è impoverito e la condizione economica delle famiglie è peggiorata. D’altronde in quasi tutte le Regioni il Pil procapite è diminuito ed è ancora sotto il livello del precrisi. In Piemonte il Pil procapite e diminuito di 3.000 euro a persona.
Ciò vuol dire che in una famiglia di quattro persone (madre, padre e due figli) e un reddito di 40-50.000 euro annui, la perdita di 12.000 euro (4x 3.000) e pesante, molto pesante da digerire. Certo chi per chi ha stipendi fissi o pensioni buone – come tanti politici, giornalisti, dirigenti di aziende importanti, etc – la situazione economica non è mutata, ma se uno ha un po’ di sensibilità umana e gira le nostre Città e sente la condizione di vita della gente, non potrà mai dire ciò che ha detto Fassino. Torino non ha mai avuto tanta gente che dorme sotto i portici, nelle stazioni ferroviarie o sulle panchine delle piazze.
Nei giorni scorsi, solo per fare un esempio, ho comprato la spesa per un corrispettivo di 50euro a una famiglia di tre persone, con un reddito dato dalla pensione del capofamiglia, in gran parte impegnato nel pagamento dei debiti, e che da giorni mangiava un piatto di riso a pasto.
Fassino, e molti come lui, non coglie l’impoverimento complessivo di tanta gente, di tanti negozianti e artigiani che non operano nella parte centrale del capoluogo piemontese e che hanno visto diminuire il loro giro di affari e ridimensionarsi il loro tenore di vita.
Per la prima volta al termine della legislatura il Paese è più povero di prima e la responsabilità dei Governi, da Monti ad oggi, è pesante. Che la situazione economica del Paese sia deludente lo ha capito il Ministro Padoan che recentemente ha detto che ora occorre fare riforme “innovative”. Questo vuol dire che le riforme fatte in questi anni sono state insufficienti.
Fassino e il Pd avevano già perso Torino perché guardavano solo la metà della Città che sta bene e ora probabilmente perderanno la guida del Paese perché non ne hanno capito il grande impoverimento. Ecco perché, vista l’impreparazione dei 5 Stelle e i risultati non brillanti dei Governi a guida Pd, la parte centrale e moderata del Paese, a partire da quanti votarono la Lista Monti e la Lista Giannino, voterà il centro-destra.
Ovviamente il centro-destra dovrà cercare candidati credibili, che conoscano i problemi del Paese e che abbiano la capacità di fare le riforme “innovative” di cui il Paese ha realmente bisogno per rilanciare la crescita della economia e del lavoro.
Riforme innovative che puntino al rinnovamento delle nostre aziende manifatturiere con la Manifattura 4.0, che taglino davvero la spesa pubblica e destinino il ricavato al taglio della pressione fiscale, che facciano una riforma radicale della burocrazia pubblica, che rilancino gli investimenti nelle infrastrutture strategiche e che riducano radicalmente i tempi della giustizia civile.