Tra le preghiere mariane, sicuramente una delle più diffuse e conosciute è senza dubbio la “Salve Regina”, una delle quattro antifone dedicate alla Vergine, le altre sono “Regina Coeli”, “Ave Regina Coelorum” e “Alma Redemptoris”. Comunemente essa viene recitata al termine dei misteri del Santo Rosario e precede il lungo elenco delle litanie. La sua composizione risale al medioevo, originariamente scritta in latino, viene attribuita ad Ermanno di Reichenau, noto come Ermanno il “contratto”.
Egli era un monaco vissuto nella prima metà dell’XI secolo nel monastero di Reichenau, sul lago di Costanza, il monastero era stato fondato prima di Carlo Magno, e già esisteva da più di duecento anni. Ermanno nacque il 18 luglio del 1013, fu soprannominato il “Rattrappito” tanto era storto e contratto: non poteva star ritto, tanto meno camminare. All’interno del monastero, nonostante la sua grave infermità, Ermanno riuscì a studiare e a comporre questa splendida antifona. Naturalmente nel corso degli anni vari Ordini religiosi hanno introdotto la “Salve Regina” nella compieta, è il caso dei Domenicani nel 1221, mentre i Certosini la cantano ogni giorno durante i vespri, già dal lontano 1251. C’è da ricordare che il tema musicale della forma gregoriana del testo è considerata originario dell’XI secolo e rappresenta uno degli esempi più antichi di musica sacra tuttora in uso.
Dobbiamo inoltre aggiungere che forse la composizione dell’ultimo verso: “O clemens o pia, o dulcis virgo Maria” sia opera di San Bernardo (1090-1153). Nei manoscritti più antichi non compare né il “Mater”, che sarebbe stato aggiunto successivamente nel XVI secolo, per cui in origine si diceva “Regina Misericordiae”. Infine una curiosità. Si racconta che l’equipaggio di Cristoforo Colombo, partito con le tre famose caravelle la “Nina”, la “Pinta” e la “Santa Maria”, avesse recitato proprio la “Salve Regina” la sera prima di avvistare dopo una lunga navigazione, il Nuovo Mondo: era il 12 ottobre 1492.