Si può costruire un paese che sia davvero a misura di tutti innanzitutto attraverso un pensiero in grado di andare oltre a ciò che siamo abituati. Si pensa sempre che, ad esempio, un paese o una città, in riguardo al tema dell’accessibilità, coinvolga solamente le persone con disabilità o fragilità ma, in realtà, tocca tutti noi. Questo perché, una condizione di disabilità, può essere temporanea o permanente ma, da un momento all’altro, potrebbe riguardare ognuno di noi. Bisogna ricordare che, molte delle difficoltà che riguardano le persone con disabilità, lambiscono anche coloro che non ne hanno nessuna. Penso a una persona anziana oppure ad una mamma con il passeggino in riguardo al tema delle barriere architettoniche. Non sempre bisogna essere una persona con fragilità per riscontrare la mancanza di accessibilità piuttosto che la carenza di inclusione. Quindi, è necessario pensare alla costruzione di modelli di inclusione che vadano bene per tutti e, di conseguenza, anche per le persone con disabilità.
Per arrivare a questo obiettivo bisogna incidere maggiormente sui provvedimenti che riguardano l’inclusione e l’accessibilità. Questi termini oggi vanno molto di moda, ma bisogna cominciare a capire che, nulla si può fare, se non si costruisce insieme alle persone più fragili e alle associazioni che le rappresentano. Se ciò non accade, i provvedimenti saranno fini a sé stessi, essendo calati dall’alto, non comprendendo i veri bisogni e necessità, ma soprattutto per tutti e indistintamente, senza valutare e capire le diverse esperienze. È necessario ripartire dai bisogni delle persone ed edificare insieme a coloro che vivono quotidianamente le problematiche, dei provvedimenti veramente rispondenti alle diverse necessità.