La partecipazione ai processi decisionali è fondamentale per le giovani generazioni ed è la base per il funzionamento di ogni società democratica. Occorre ricordare però che le basi della partecipazione alla vita delle comunità si costruiscano attraverso la promozione di una cultura del bene comune e della fraternità a 360 gradi, la quale deve sempre mettere al centro le persone e la tutela della loro dignità.
Ciò implica che, attraverso l’esercizio della cittadinanza attiva, ci venga data la possibilità di incidere nella gestione della cosa pubblica e affrontare le sfide del nostro tempo, come ad esempio il crescente invecchiamento della popolazione, la disoccupazione giovanile e le tematiche legate all’istruzione.
Il nostro coinvolgimento potrà segnare l’inizio di un processo innovativo, in grado di dare risposte inedite alle fragilità emergenti e, nello stesso tempo, creare i fondamenti di una “famiglia umana” più solidale, coesa e imperniata sull’impegno sociale e sulla promozione del volontariato in ogni sua accezione.
Il raggiungimento di questi obiettivi però, presuppone lo sviluppo del dialogo a tutti i livelli in quanto, bisogna fare il modo che, i giovani, indipendentemente dalla loro area geografica di provenienza, possano esprimere le loro idee ed essere ascoltati. Così facendo, come ci ha indicato Papa Francesco, potremo finalmente “sognare e guardare al futuro con coraggio”, senza lasciare indietro nessuno.