La democrazia rappresentativa, comunemente intesa come l’unica forma di democrazia, necessita del completamento della democrazia della partecipazione in termini di sussidiarietà. La trasformazione del ruolo del privato nella società e nei suoi rapporti con lo Stato, in base al principio di sussidiarietà orizzontale, è il presupposto del profondo mutamento in itinere.
La sussidiarietà è un valore di fondo dell’ordinamento democratico, nel senso di una concezione basata sul primato giuridico della libertà della società civile e dei soggetti dello Stato-comunità nei confronti dell’autorità, presupposto di un assetto di rapporti tra potere pubblico e gruppi sociali fondato anche sulla logica dell’integrazione. La democrazia sussidiaria si propone ben al di là della partecipazione politica, definendo quali siano i modi in cui, precisandone i limiti e le condizioni, si possano esercitare le libertà d’azione individuali e collettive di interesse generale. Nell’ambito della democrazia sussidiaria, l’associazionismo, anima della democrazia pluralista, assume un ruolo fondamentale allo scopo di garantire attivamente tutte le libertà sociali oltre a quelle politiche.
La sussidiarietà orizzontale rappresenta un criterio per definire, al di là della partecipazione politica, quali siano i modi in cui, precisandone i limiti, si possano esercitare azioni, oltre che individuali, anche e soprattutto collettive. Le forme di sussidiarietà orizzontale sono strumenti per la tutela del bene sociale e le associazioni sussidiarie hanno un ruolo fondamentale nella tutela dei diritti e degli interessi sociali. A tale scopo le associazioni, in particolare, possono sviluppare, nei rapporti sia privati che pubblici, la tutela degli interessi collettivi della cittadinanza e la vigilanza su comportamenti delle istituzioni, e possono svolgere il ruolo di promozione dei diritti e degli interessi sociali, nell’ottica di un associazionismo attivo nella società.
Le associazioni sociali, in sussidiarietà, possono attivarsi a tutela della cittadinanza sociale. Pertanto, i singoli e le formazioni sociali interagiscono con l’apparato pubblico, determinando nuove dinamiche socio-istituzionali. In particolare, in un settore strategico per i rapporti tra Stato e società, come quello del Welfare State, si assiste alla realizzazione di momenti di codecisione tra il pubblico e il privato, in virtù del miglior intendimento del significato della sussidiarietà orizzontale.
Il sistema di coAmministrazione locale, nel senso dell’assunzione di un significativo ruolo del privato rispetto al pubblico, è un modello di sussidiarietà orizzontale nell’ambito del Welfare state, settore in cui la sussidiarietà ha trovato fin da subito, anche prima della riforma del Titolo V Cost., infinite applicazioni. La coAmministrazione si fonda sul superamento del vecchio modello amministrativo, e si realizza quando l’Amministrazione fa partecipe i cittadini nell’affrontare insieme un problema di interesse generale, che l’Ente pubblico da solo non riesce a risolvere, o lo fa in maniera meno efficiente che alleandosi con i cittadini, come nel caso del sociale.
A seguito della ormai conclamata crisi dello Stato sociale, il modello della coAmministrazione può contribuire anche a rendere meno drammatica la scarsità di risorse pubbliche per il funzionamento delle strutture tipiche del Welfare State. Nel caso sociale, questo modello fornisce un contributo indiretto al problema dei costi delle strutture, perché la crisi dello Stato sociale riguarda i costi crescenti per soddisfare dei diritti sociali. Il modello della coAmministrazione rappresenta una proposta alternativa, oltre che al problema dei costi delle strutture, al problema originario di trovare un rimedio adeguato ad ogni problema sociale. Nella logica della coAmministrazione si parte dalla situazione di fragilità e si cerca una soluzione nuova, che consenta di attivare risorse presenti nella società, piuttosto che solo risorse pubbliche, realizzando spesso soluzioni qualitativamente migliori.
La cittadinanza partecipata, riconosciuta al cittadino-sovrano, contribuisce attivamente a gestire la cosa pubblica, presentandosi come uno strumento di composizione e conservazione del legame sociale. La cittadinanza passiva non è sufficiente.
È, dunque, il riconoscimento di questi cambiamenti che mette in discussione il vecchio modello di Stato che porta, a sua volta, alla ridefinizione del contenuto della cittadinanza, nell’ambito di una diversa connessione tra i cittadini e lo Stato. In tal senso, la sussidiarietà, il cui fondamento è la libertà in senso positivo, così come il fondamento della solidarietà è il patto associativo che unisce tra loro i cittadini, diviene vero e proprio principio di organizzazione della comunità statale, intendendola come l’insieme dei rapporti tra i privati e tra i privati e il pubblico, in termini orizzontali. La transizione in atto consiste nella trasformazione sostanziale delle dinamiche sociali ed istituzionali all’interno dello Stato, e la sussidiarietà orizzontale ha in sé il compito di ridefinire le strutture di governance capaci di affrontare le diverse sfide in capo allo Stato, prime fra tutte, quella della ricerca di un nuovo e stabile modello di Welfare State.
Il nostro ordinamento dispone della sussidiarietà orizzontale, in attesa di una totale attuazione e applicazione delle sue potenzialità, quale strumento di profondo rinnovamento dell’intera intelaiatura socio-istituzionale. Nel frattempo, la comunità sostiene il consolidamento di un cambiamento, così innovativo, e il completamento del passaggio verso qualcosa che ancora non siamo in grado di definire compiutamente e che, infatti, al momento, chiamiamo Stato orizzontale.