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Una class action per far valere i propri diritti

È risaputo che spesso i consumatori sono abbandonati a se stessi rispetto a compagnie italiane e straniere che eserciscono servizi. I servizi telefonici, la fornitura del gas, dell’acqua, della energia elettrica, bancari, assicurativi e tanti altri servizi indispensabili per la vita delle famiglie.

Bollette incomprensibili, talvolta contenenti costi con servizi non forniti, impossibilità di recarsi in qualche sportello o almeno di collegarsi con il call center per qualsiasi spiegazione aiuto. Il problema sta diventando molto serio come nel caso della telefonia mobile con costi diversi da quelli presenti nelle offerte che si leggono nei depliant e nei social, o che si sentono e vedono in tv e radio.

Insomma la pubblicità ingannevole è puntualmente dietro l’angolo; oppure il rischio di subire situazioni sempre più frequenti come servizi telefonici come oroscopi, notizie metereologiche, telefonate estere e tanto altro, mai richiesti.

Proprio giorni fa, un giudice di Milano ha aperto autonomamente un‘inchiesta per queste truffe, ed è la prima volta che accade. Dunque i consumatori sono abbandonati a sé stessi e ne se la sentono di aprire contenziosi contro queste aziende, pur subendo odiose e fastidiose angherie, tuttavia sono distorsioni che costano al consumatore al massimo qualche decina di Euro; il che sconsiglia di rivolgersi ad avvocati che per iniziare un procedimento vorrebbero molto e molto più.

Ed è proprio questa circostanza che spinge alla frode: al singolo utente viene sottratto poco e dunque seppur irritato, per le ragioni descritte, abbozza. Ma il fornitore di servizi somma il conto di milioni di clienti: un po’ per uno, ma per una platea così vasta, si arriva a somme da capogiro.

Ecco perché bisognerebbe trovare un sistema che scoraggi le imprese a ricorrere a simili espedienti per fare più soldi. L’unico modo per farlo, occorrerebbe fa rischiare loro molto più denaro di ciò che potenzialmente potrebbero frodare: la class action fa proprio al caso in questione.

L’anno scorso il parlamento ha varato norme di regolazione della class action, ma ha mutuato il sistema americano degli anni trenta, ma chissà perché, non quello riformato negli anni 60, che volle superare nel nuovo mondo il limite che a godere della rivalsa ai danni delle imprese, fossero solo i consumatori che muovevano la denuncia.
Infatti, l’odierna legge permette a qualunque cittadino che si trova nelle condizioni di chi muove un procedimento di denuncia, di ottenere rimborsi automatici qualora la causa si vinca.

Ed allora il nostro Parlamento sia conseguente. Ecco, solo un rischio molto alto per le imprese fornitrici, metterà nelle condizioni i consumatori ad essere rispettati. La politica allora mediti, se come dicono hanno così tanto a cuore civiltà e portafogli dei cittadini consumatori.

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