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La chiave per diventare una società migliore e più attenta a chi soffre

L’inclusione sociale delle persone con disabilità e il varo di specifiche misure miranti alla loro autonomia è uno degli obiettivi primari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attraverso la missione cinque, componente due intitolata “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore” che, sulla base della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, vuole riconoscere il Progetto di Vita come strumento principale per garantire la messa in pratica di interventi personalizzati in grado di mettere al centro le esigenze di ogni persona con fragilità, dare risposte adeguate e su misura.

L’azione e l’attuazione del Pnrr su questo versante è di fondamentale importanza per garantire a tutti l’inclusione e la realizzazione delle rispettive ispirazioni a 360 gradi. In altre parole, ognuno di noi, a tutti i livelli, deve collaborare per dare concreta attuazione alla presa in carico globale della persona con disabilità. Questo presuppone una tutela della famiglia nella quotidianità, soprattutto per i caregiver che, attraverso una grande prova di amore oblativo, assistono in ogni momento il proprio familiare in difficoltà. Alla luce di questo, tutte le decisioni che riguardano la tutela delle persone con disabilità, devono essere assunte attraverso una collaborazione ad ogni livello, improntata all’essere prossimi, la chiave per diventare una società migliore e più attenta a chi soffre.

Alda Cattelini: