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Chi sono i tre Re Magi secondo la tradizione

L’Epifania tutte le feste…porta via”, così recita un vecchio adagio, che si perde nel tempo, e questo giorno, tanto caro ai bambini, conclude le feste natalizie, e proprio in questo giorno, nella storia e nella tradizione appaiono le figure dei Re Magi.

A proposito di Baldassarre, Melchiorre e Gaspare, ecco quanto ci ha lasciato scritto S. Giovanni Crisostomo (344-407) vescovo e teologo: “Furono re di quelle terre orientali che offersero doni al Re dell’universo, perché si compissero le profezie e perché nelle lontane contrade potessero attestare il miracolo che si svolse sotto i loro occhi”.

Secondo la tradizione, i Tre Re Magi erano dei saggi e astronomi provenienti dall’Oriente, dalla Siria, dalla Persia e dalla Fenicia, che videro una stella speciale nel cielo, interpretandola come un segno della nascita di un re e del Messia. Guidati da questa stella, intrapresero un viaggio verso Betlemme per trovare il neonato Gesù e adorarlo.

Dei nomi di questi sapienti, si ebbero le prime notizie soltanto nel XII secolo, anche se apparvero per la prima volta nell’ Excerpta Latini Barbari, una raccolta storica in greco e datata tra il 527-539 d.C., ma sopravvissuta solo in una traduzione latina della fine dell’VIII secolo, mentre furono raffigurati la prima volta in un mosaico della Basilica di S. Apollinare a Ravenna.

Quando si pensò e si disse di averne ritrovato i corpi a Milano, appena venuti alla luce, furono nascosti per l’imminente discesa dell’imperatore Federico Barbarossa (1122-1190), e quindi nuovamente scoperti e trasportati nel Duomo di Colonia in Germania, dove i resti dei loro corpi riposano.

Parlando dei Magi così scriveva nel 2012 nel libro “L’infanzia di Gesù” Benedetto XVI (1927-2022) “Più tardi sono state correlate con i tre re anche le tre età della vita dell’uomo: la giovinezza, l’età matura e la vecchiaia. Anche questa è un’idea ragionevole, che fa vedere – scrive Joseph Ratzinger – che le diverse forme della vita umana trovano il rispettivo significato e la loro unità interiore nella comunione con Gesù”.

La visita dei Magi a Gesù è considerata un momento di grande importanza teologica. Rappresenta il riconoscimento universale di Gesù come Salvatore non solo per il popolo ebraico ma anche per l’intera umanità. La loro presenza simboleggia l’accettazione della divinità di Gesù da parte di gentili e stranieri, dimostrando l’universalità del messaggio evangelico.

Ce lo conferma ancora Benedetto XVI: “Resta il pensiero decisivo: i sapienti dell’Oriente sono un inizio, rappresentano l’incamminarsi dell’umanità verso Cristo, inaugurano una processione che percorre l’intera storia”.

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