Il valore dei siblings, ossia dei fratelli e delle sorelle delle persone con disabilità, è eccezionale. Molte volte contribuiscono all’assistenza e diventano a loro volta dei caregiver, dall’altro lato però, spesso, la loro importanza ed il loro vissuto è molto sottovalutato. Un sibling, purtroppo, soprattutto quando ha un’età più grande e arriva una disabilità, vede cambiare la propria vita perché, il genitore, passa quasi totalmente la propria attenzione al bambino con disabilità. Ciò presuppone un grande spirito per capire quello che sta succedendo. Inoltre, bisogna ricordare che, il sibling, quando giunge all’età adolescenziale e comincia a fare dei progetti rispetto alla fine dei propri studi e all’inserimento nel mondo del lavoro, deve pensare anche a ciò che succederà a suo fratello con disabilità perché crescerà e, in qualche caso, non ci saranno più i genitori a potersene prendere cura; pertanto, i suoi progetti si dovranno diversificare.
Alla luce di questo, bisognerebbe spostare il focus dalla persona con disabilità e concentrarsi sull’intera famiglia. Se non si dà l’opportunità di sostenere le stesse, in altre parole sia i caregiver che i siblings, nel lungo periodo, il carico per tutta la famiglia, diventa insostenibile. Ciò significa che, i familiari, non potranno più prendersi cura della persona con disabilità che ha bisogno. È necessario ripensare l’intero modello della presa in carico.
Quindi, è fondamentale il riconoscimento della figura del caregiver, ciò significa sottolineare l’importanza di coloro che si prendono cura delle persone con disabilità e, allo stesso tempo, spostare il modello di presa in carico e di assistenza attraverso figure di supporto psicologico e assistenziale, di tipo sociale e non per forza sanitario, dalla persona con disabilità all’intera famiglia. In altre parole, si devono supportare i caregiver e i siblings dal punto di vista sociale, relazionale e psicologico, per rendere la famiglia in grado di affrontare tutto ciò che comporta una disabilità grave.