Maria era una quindicenne umile, piccola: abitava in una sconosciuta borgata, Nazareth. Aveva, comunque, una immensa fede, un immenso spirito di preghiera, ma immaginava la sua vita nella più grande semplicità. Luca, l’evangelista, ci dice che era promessa sposa a Giuseppe. Sicuramente pensava la sua vita come quella ogni donna ebrea. Ma Dio aveva un disegno su di lei. Per questo le viene inviato Gabriele, l’arcangelo dei grandi annunzi. Un angelo, che irrompe improvvisamente nella vita di Maria. Sufficiente questo per incutere timore. A questo si aggiungono le parole fuori dell’ordinario che Gabriele pronuncia, così che Maria è sconvolta.
“Rallegrati, piena di grazia”, sono le parole dell’angelo. In queste parole si delinea già il progetto di Dio. Piena di grazia, piena di doni… in vista di un compito, di una missione. In altre parole Dio si stava preparando una creatura speciale per entrare nell’umanità.
Sono parole che Maria non comprende e che la lasciano turbata. Quel saluto richiama le grandi vocazioni e Maria lo avverte subito. Comprende che Dio sta preparando qualcosa di grande per lei. E allora è comprensibile lo smarrimento. Lei è giovanissima, è una donna: come potrà svolgere la missione che Dio le prepara? E poi, c’è altro motivo di turbamento: perché proprio lei? Lei che viene da una modestissima famiglia!
Possiamo immaginare che lo smarrimento e il turbamento crescano, poi, quando l’angelo illustra il progetto di Dio: si tratta di cose troppo grandi. Si dice che lei dovrà diventare madre, suo figlio in realtà sarà il Figlio di Dio, si parla della regalità di questo Figlio, per arrivare al suo Regno che non avrà mai fine! E dietro tutto c’è l’opera dello Spirito Santo. Ma come si fa a capire? E come si fa non rimanere turbati, pensando che lei è chiamata ad essere la via di Dio perché tutto questo si realizzi?
Ma una cosa Maria l’ha capita: ha capito che in tutto questo il Signore è veramente all’azione e il Signore, al quale nulla è impossibile, merita sempre fiducia. E pertanto dice il suo Sì, pieno di abbandono. Maria questo lo sa e lo comprende: pur nella oscurità, pur nelle incomprensioni che dovrà subire, di fronte a Dio si deve manifestare solo una vita piena di disponibilità, di obbedienza alla Parola.
Luca riporta tre parole importanti nell’obbedienza di Maria: Ecco… la schiava… avvenga. Ecco: La risposta di Maria è come tutte le grandi risposte dei grandi della Bibbia. La schiava: Maria non è colei che compie semplicemente un servizio, ma è colei che totalmente appartiene a un altro, al suo Signore. Si compia: nel testo greco questo verbo non è un congiuntivo, ma è un ottativo, che esprime quindi desiderio. Maria non subisce la volontà di Dio, ma la desidera, la fa sua. E la vita di Maria si identifica con il suo ECCOMI e il suo FIAT… Non è l’eccomi di un momento, ma è l’eccomi di una vita, della sua vita spesa, consumata, arsa nella obbedienza piena di amore, fino alla fine.
Non è un eccomi detto con il collo torto: Maria è partecipe, attiva, desidera che il disegno di Dio si realizzi in lei, qualunque sia. E quell’eccomi, posto all’inizio del Vangelo, illumina l’intera esistenza di Maria, in ogni istante: nella nascita del Figlio, nella presentazione di Gesù al tempio, nello smarrimento di Gesù, nella vita pubblica, ai piedi della croce: sempre un eccomi pieno di partecipazione, per cui lei è pienamente associata all’opera di Gesù.
In Maria avviene l’inversione fondamentale di rotta nella storia dell’umanità. Quel cammino cominciato con la disobbedienza di Eva, si inverte con l’obbedienza di Maria. E Maria diventa esempio, modello di fede. Sì, Maria diventa la nuova Eva, Eva che vuol dire “madre dei viventi”. Maria ora è la vera madre di coloro che hanno la vita: è madre di Cristo e di tutti coloro che hanno la vita di Cristo. Ai piedi della croce, poi, questa maternità di Maria nei confronti dei credenti è stata ufficializzata: “Donna ecco tuo figlio… Ecco tua madre” (cfr Gv 19,25-27). E Lei ai piedi della croce ha accettato di divenire madre della Chiesa, di ogni credente. Lì ha generato il Corpo di Cristo che è la Chiesa.
E subito Maria la sua maternità nei confronti della Chiesa l’ha vissuta intensamente. Infatti durante i primi passi della Chiesa, in maniera nascosta, semplice, ha incoraggiato i dodici, li ha sostenuti nelle prime persecuzioni, è stata la consolatrice di tanti cristiani della prima generazione e fin da questa terra ha manifestato tutta la sua tenerezza materna per i figli della Chiesa
E oggi, lei che l’Assunta in cielo, continua a manifestare la sua premura materna accogliendo la preghiera dei figli in difficoltà, intercedendo presso Gesù, volgendo gli occhi suoi misericordiosi su questa umanità…. per cui il popolo cristiano la invoca come l’avvocata, la soccorritrice, la Mediatrice delle Grazie… E anche oggi chi ricorre a Lei non resta deluso.