La costituzionalizzazione della sussidiarietà comporta che lo Stato amministrativo si trasforma nello Stato sussidiario. L’Amministrazione nel segno della sussidiarietà è la modalità di realizzazione dell’azione amministrativa che si fonda sull’art. 118 della Costituzione. Lo scopo dello Stato è di sostenere le articolazioni locali nelle loro disponibilità e capacità di sviluppare iniziative proprie e a compiere sforzi per migliorare le loro prestazioni. Lo Stato non solo deve sostenere l’autonomia locale, ma deve limitare in modo significativo le proprie competenze decisionali. Lo scenario sussidiario in verticale vede lo Stato verso tutti i livelli di governo. Lo Stato deve assumere una connotazione policentrica, perché la sussidiarietà è incompatibile con il centralismo. La costruzione di una moderna democrazia, fondata sul self governement, costituisce l’alternativa principale al vecchio modello di Stato unitario accentrato.
Con l’incalzare della crisi dello Stato, avanza il pluralismo istituzionale, per cui lo Stato, preservando l’unità, deve mantenere il solo ruolo di mediazione, quale ordinamento giuridico generale che contiene ordinamenti particolari. Ad un certo punto, lo Stato moderno mostra le proprie debolezze, ed in particolare è l’accentramento dei poteri che viene messo in discussione. Il mutamento non prescinde dalle motivazioni che portano alla crisi dello Stato, già teorizzata da Santi Romano, per quanto concerne lo Stato liberale. L’originale impostazione della Stato subisce, pertanto, un profondo cambiamento secondo un percorso lungo e complesso, accelerato dalla previsione, nelle Costituzioni moderne, del moderno principio della sussidiarietà verticale. La pubblica Amministrazione, a livello locale, funziona sempre più con efficacia e talora si organizza, per iniziativa del singolo Ente locale, in quelle forme nuove di democrazia partecipativa, ispirate al principio della vicinanza, intrinseco nella sussidiarietà, nelle quali cittadinanza e Amministrazioni cooperano nell’ambito di procedimenti decisionali.
La costruzione di una diversa struttura del potere è il tentativo di evolvere il vecchio modello di Stato che da decenni si riscontra, in maniera assai contrastata, nella comunità europea e anche in Italia. Nell’ottica dell’evoluzione della forma di Stato, lo Stato sussidiario, quale diverso modello di autonomia territoriale, prevarica sul modello di Stato regionale avanzato, divenendo la sussidiarietà verticale la chiave di lettura di un nuovo sistema di divisone dei poteri. Lo Stato è responsabile e garante della concretizzazione dell’interesse generale. Ma non ne è più il solo attore titolare di interessi generali, in quanto le Autonomie locali determinano la realizzazione dei compiti d’interesse generale attraverso le proprie azioni. Quindi, lo Stato, rifondato sul principio della sussidiarietà verticale, diviene uno Stato verticale, nel senso di uno Stato che non è accentrato, ma è uno Stato sussidiario in senso verticale, secondo i diversi livelli territoriali, nelle dinamiche istituzionali attive e passive.