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Centesimus Annus: il Magistero dell’economia

vaticano

Foto di Simone Savoldi su Unsplash

Il libro “Trenta anni di messaggi papali alla Centesimus Annus Pro Pontifice” è una significativa iniziativa editoriale delle Dehoniane. Raccoglie i 25 discorsi che Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco hanno rivolto alla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice. Si tratta di una realtà istituita dalla Santa Sede nel 1993 insieme a imprenditori, accademici e professionisti laici cattolici allo scopo di promuovere la dottrina sociale della Chiesa.

“Da questi messaggi – scrive nell’introduzione la presidente della Fondazione, Anna Maria Tarantola – emerge con forza la continuità di pensiero dei tre papi che, pur avendo vissuto in contesti fortemente diversi, hanno tutti evidenziato l’importanza del quotidiano impegno dei laici ad operare secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa che sono il fattore vincente nella lotta contro la povertà, le diseguaglianze e le guerre”. Il Magistero economico si è intensificato dopo il crollo del Muro di Berlino.

Nel maggio 1990 Giovanni Paolo II scelse il Messico, il paese di Pancho Villa per richiamare l’attenzione sui drammatici limiti del capitalismo. Una visita apostolica di otto giorni passata alla storia per la lucidissima disamina del nuovo quadro geopolitico ed economico post-Guerra fredda. E anche un pellegrinaggio-manifesto in Messico, lo Stato della Costituzione più ferocemente laica che vietava qualsiasi funzione religiosa in pubblico e negava la stessa esistenza della Chiesa, considerata una potenza straniera nemica della patria. Agli imprenditori messicani, riuniti a Durango nel teatro Ricardo Castro, Giovanni Paolo II richiamò «l’attività umana alla luce della collaborazione con Dio, che ogni uomo è chiamato a offrire: anche il Messico, come tutta l’America Latina, deve farsi eco di questo disegno divino e collaborare con il Creatore alla trasformazione del mondo secondo il piano di Dio».

E aggiunse: «La voce del Signore deve farsi sentire con forza in America Latina, poiché le profonde differenze sociali ivi esistenti sono sotto gli occhi di tutti e costituiscono una gigantesca sfida per quanti hanno un’importante responsabilità in campo socioeconomico». E, riferendosi al crollo del comunismo, evidenziò con forza: «Gli avvenimenti della storia recente sono stati interpretati, a volte in modo superficiale, come il trionfo o il fallimento di un sistema nei confronti di un altro; in altre parole, come il trionfo del sistema capitalistico liberale».

Infatti, «alcuni interessi vorrebbero condurre l’analisi fino al punto di presentare il sistema che ritengono vincitore come l’unica via per il nostro mondo, basandosi sull’esperienza delle sconfitte che ha sofferto il socialismo reale, ed evitando il giudizio critico necessario sugli effetti che il capitalismo liberale ha prodotto, almeno finora, nei Paesi chiamati del Terzo Mondo», ammonì Giovanni Paolo II. Sulle sue orme hanno alimentato il Magistero economico e sociale della Chiesa i suoi successori Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio.

Gianfranco Svidercoschi: