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BrainHq: un software per allenare il cervello di chi ha subito trauma cranico

Quando una guerra finisce, non finisce mai del tutto! Quando i soldati tornano a casa, alcuni dopo anni di servizio e più turni prestati, inizia una loro nuova fase di vita: quella in cui devono cercare di tornare ad essere le persone “di prima” con le loro famiglie, dove, magari, svolgono il ruolo di genitori dei loro figli o caregiver dei loro genitori, e con la comunità, con cui torneranno a interagire, magari specializzandosi e iniziando nuove carriere lavorative.

Ma per troppi la guerra continua anche dopo, internamente… Le lesioni cerebrali traumatiche (TBI), fra le più frequenti problematiche riscontrate nei soldati che hanno partecipato alle ultime guerre in Iraq e Afghanistan, sono state subite, ad esempio, da oltre 430.000 ex soldati degli Stati Uniti. Il tipo più comune di trauma cranico è il TBI “lieve” (mTBI, o commozione cerebrale), che colpisce oltre l’82% dei militari in servizio con diagnosi di trauma cranico. Molti di loro sono stati in grado di riprendersi da quel tipo di infortunio, ma altri migliaia sono rimasti afflitti da persistenti problemi cognitivi che influenzano la velocità di elaborazione, l’attenzione e la memoria e che rendono difficile, anche dopo anni, il ritorno alla vita normale, al lavoro, a scuola e ai ruoli familiari. È stato clinicamente verificato che le persone con una storia pregressa di trauma cranico sono anche a maggior rischio di complicanze, in particolare pre-demenza e demenza. Questo diventa un grosso problema per tutti quei militari, ormai in congedo, e per le loro famiglie, oltre che un peso per le intere società, dato che i talenti e l’esperienza di questi veterani non verranno mai sfruttati al massimo delle loro potenzialità.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, proprio per questo, ha riconosciuto questo problema già più di 10 anni fa e ha chiesto a ricercatori scientifici e industriali di trovare nuovi tipi di trattamenti per questo nuovo tipo di “cicatrice di guerra”. E, fortunatamente, un certo numero di gruppi di ricerca ha risposto alla chiamata. La Posit Science, azienda americana fondata nel 2002 dai neuroscienziati Michael Merzenich e Henry Mahncke, che originariamente intendevano aiutare le persone affette da schizofrenia e originariamente conosciuta come Neuroscience Solutions Corporation, è stata rinominata Posit Science Corporation nel gennaio 2005 e attualmente sviluppa e fornisce software e servizi per lo studio, lo sviluppo e l’apprendimento del cervello.

Nel suo team di ricerca è presente una squadra di sviluppo che include medici militari di primo piano a livello internazionale e centri medici di studio e valutazione delle problematiche cerebrali, che si propone di studiare un nuovo tipo di “allenamento” cerebrale computerizzato per aiutare i militari affetti da disturbi da trauma cranico, sviluppando due principali aspetti. Innanzitutto, il programma di allenamento del cervello doveva funzionare. Per questo è stato creato uno specifico percorso di allenamento del cervello, chiamato BrainHQ, che ha dimostrato di migliorare la funzione cognitiva negli anziani attraverso numerosi studi finanziati dal National Institutes of Health. Si è così scelto di puntare ad adattarlo, principalmente, all’uso da parte dei militari più giovani. Gli esercizi di allenamento del cervello in BrainHQ stanno funzionando, ora, in modo diverso rispetto all’allenamento cognitivo che era stato pensato tradizionalmente, proprio perché sono progettati per migliorare i fondamenti dell’elaborazione delle informazioni nel cervello usando la plasticità cerebrale, la capacità del cervello di ricablarsi attraverso l’apprendimento e l’esperienza presente negli individui meno anziani.

In secondo luogo, il programma di allenamento del cervello deve raggiungere le persone a domicilio, in qualsiasi parte del mondo. Molti militari ancora in servizio attivo e veterani, infatti, non hanno la possibilità di entrare in una clinica più volte alla settimana per diversi mesi per trattamenti di persona. L’allenamento cerebrale computerizzato risulta ancora più utile e fruibile: viene fornito su Internet e può raggiungere le persone nelle proprie case secondo i propri orari, ovunque si trovino e ogni volta che hanno tempo.

In uno studio, soprannominato BRAVE e pubblicato questa estate sulla rivista Brain, è stato raccontato che cinque ospedali militari per la cura dei militari statunitensi hanno “arruolato” 83 pazienti con diagnosi di compromissione cognitiva e mTBI in uno studio “controllato e randomizzato in doppio cieco”. Il “paziente medio”, facente parte dello studio, aveva avuto problemi cognitivi persistenti per più di sette anni prima di questo intervento. Lo studio BRAVE ha verificato la bontà degli esercizi basati sulla dinamicità di BrainHQ, utilizzando videogiochi, che richiedono attenzione, come controllo attivo. I ricercatori hanno riscontrato miglioramenti significativi nella cognizione generale in coloro che hanno utilizzato BrainHQ, dopo un controllo con i videogiochi-controllo. Sebbene l’intervento non abbia raggiunto effetti inimmaginabili (e nessuno se lo aspettava), ha dimostrato un guadagno intellettivo medio pari a circa 24 punti percentili (come passare dal 50° al 74° percentile). Questo è stato il primo vero risultato in studi sulla mTBI.

Questi risultati, che sono stati confermati ed estesi in un secondo studio dell’Università di New York, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista NeuroRehabilitation e hanno coinvolto 48 civili con traumi cranici lievi, moderati e gravi, dimostrando un guadagno significativo in misura oggettiva della cognizione complessiva nei pazienti che usano BrainHQ. Hanno anche usato una valutazione autovalutata della funzione cognitiva, che ha mostrato come i pazienti abbiano notato un miglioramento significativo della propria salute cognitiva.

Diversi altri gruppi di ricerca accademici e militari che utilizzano tecniche di compensazione cognitiva (in particolare SMART, sviluppato presso il Center for Brain Health di UT Dallas, e CogSMART, sviluppato presso l’UCSD e il VA San Diego Healthcare System), hanno mostrato buoni risultati.

In America, il Congresso e il Dipartimento della Difesa hanno già speso centinaia di milioni di dollari in scienze di base e sperimentazioni cliniche per il trauma cranico, anche se ospedali militari e centri medici si lamentano della mancanza di personale, spazio, tecnologie o altre risorse per mettere in pratica i risultati delle ricerche! C’è bisogno, in tutto il mondo, di uno sforzo evidente per portare questa scienza comprovata fuori dai laboratori e in tutto il mondo, proprio per aiutare queste persone. Ma forse, ancora prima, c’è bisogno di pace…

Paolo Berro: