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Assegno unico: il primo grande investimento del Governo sulle politiche familiari

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Il crollo persistente delle nascite in Italia ha fatto emergere la consapevolezza che se non si interviene con prontezza e con misure incisive per invertire questo trend dovremmo affrontare seri problemi, che potrebbero condizionare lo sviluppo futuro del nostro Paese.  Nel volgere di 12 anni, come ha rilevato un report dell’Istat dello scorso maggio, si è passati da un picco relativo di 577mila nati agli attuali 404mila, ovvero ben il 30% in meno. Un trend demografico che continua inesorabilmente a peggiorare e che si è aggravato ulteriormente a causa della pandemia: dati agghiaccianti che mettono il nostro paese in fondo alla classifica mondiale sulla natalità. Un record che non avremmo voluto avere.

Il Forum delle Associazioni Familiari da anni lavora alacremente per sensibilizzare la politica e la società civile ad intervenire per invertire la rotta, e di recente ha formulato nuove proposte in tal senso inaugurando anche la prima edizione degli Stati Generali della Natalità. Il lavoro svolto, anche se non sempre sbandierato ai quattro venti, ha portato quest’anno all’approvazione della legge sull’assegno unico per figlio, che è entrata in vigore nel luglio scorso. Per la prima volta nella storia del nostro Paese un provvedimento di questo tipo è stato approvato all’unanimità con il consenso di tutto l’arco parlamentare.

L’Assegno unico per figli si configura come il primo grande investimento del Governo in tema di politiche familiari, il primo vero intervento, sebbene non ancora universale, di investimento sulla risorsa famiglia e sulle nuove generazioni. Una misura strutturale e non temporanea, promozionale e non di tipo assistenziale, un primo passo per sostenere l’enorme lavoro che svolgono famiglie italiane.

In attesa che venga varata la legge definitiva che dovrà entrare in vigore il 1 gennaio 2022, è stato introdotto un primo intervento mediante decreto legislativo, il c.d. decreto “ponte”, una misura transitoria di assegno unico destinato a quelle fasce di genitori che finora non percepivano nei fatti alcun assegno familiare: lavoratori autonomi, precari, disoccupati, coltivatori diretti, sono i primi beneficiari, categorie che per la prima volta accedono a questo diritto. il governo prevedeva che circa 1,8 milioni di famiglie avessero diritto ad incassare l’assegno, con un totale di 2,7 milioni di minori di età inferiore ai 18 anni. 1,8 miliardi di euro erano stati quindi stanziati per il periodo luglio-dicembre proprio per rispondere alle richieste delle famiglie, in attesa dell’assegno unico che dovrebbe essere varato il prossimo anno.

A quasi due mesi dall’entrata in vigore del decreto l’Inps segnala in questi giorni che sono pervenute già 350 mila domande per complessivi circa 600 mila minori di beneficiari. Minori, che finora per lo Stato erano invisibili, ora hanno la possibilità di veder migliorata la loro vita. Famiglie che possono cominciare a contare su importi stabili e sicuri ogni mese fino al compimento della maggiore età dei figli: questa è la novità più importante. Le prime erogazioni sono iniziate solo questo mese, dunque da pochi giorni.

Riteniamo sia ancora prematuro fare valutazioni sui numeri di richieste di assegno pervenute all’Inps per una serie di ragioni: intanto poiché la misura è partita effettivamente dal mese di agosto, e pertanto sarebbe più ragionevole – visto il periodo di ferie – cominciare a considerare i dati solo a partire da settembre. È mancata inoltre una forte e diffusa campagna di informazione alle famiglie: gli organi di stampa e i TG hanno finora dedicato a questa misura uno spazio minimo, mentre queste sono notizie che dovrebbero essere diffuse in modo capillare e continuativo. Il Forum sta facendo la sua parte in questa opera di informazione alle famiglie, ma da solo non basta. È dunque un peccato ed uno spreco che le famiglie non ne siano a conoscenza. Auspichiamo pertanto che con il rientro dalle vacanze possa essere avviata una azione più capillare da parte delle strutture pubbliche, capace di raggiungere tutti i cittadini.

Nel frattempo, come Forum stiamo con insistenza chiedendo al Governo e a tutti i partiti di inserire nella prossima legge di bilancio le risorse necessarie, per fare in modo che l’assegno unico universale che partirà il 1 gennaio 2022 sia una misura in grado di cambiare realmente la vita delle famiglie italiane e far ripartire la natalità. Stiamo adoperandoci perché questa legge sia una legge “epocale”, da cui non solo non ci debba perdere nessuno (e su questo contiamo che venga sempre applicata la clausola di salvaguardia) ma che porti maggiori benefici a tutte le famiglie, premiando realmente chi sceglie di diventare genitore e di dedicare le proprie energie a crescere un figlio.

Siamo convinti – e le famiglie italiane lo hanno dimostrato ampiamente in questi mesi di pandemia – che se si investe sulle famiglie i nuclei familiari sapranno rimettere in moto anche con maggiore accelerazione l’economia e lo sviluppo del nostro paese.

Emma Ciccarelli: