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Anziani e fragilità: quale dovrebbe essere il lascito del G7

Foto di Fine Mayer da Pixabay

Nel prossimo 2030, in tutto il mondo, le persone che avranno bisogno di assistenza e cure nella loro quotidianità saranno oltre 2,3 miliardi. Tali numeri ci indicano che la prossimità alle fragilità sarà ancora più fondamentale e inalienabile per ogni Stato autenticamente democratico. Il G7 deve dare una visione chiara su ciò che i grandi della Terra intendono fare per la presa in carico globale delle persone in difficoltà, per patologia da cui sono affette o per l’avanzare della Terza e Quarta Età, con le problematiche di salute annesse.

Il lascito di questo G7, quindi, deve e dovrà essere quello di favorire uno sviluppo economico e sociale che sia in grado di supportare la pace e, di conseguenza, il diritto alla cura in ogni parte del mondo senza che, il Paese dove si nasce possa pregiudicare le opportunità dei cittadini per la mancanza di cure adeguate o di figure deputate all’assistenza. Ieri, Papa Francesco ha partecipato al vertice dei leader mondiali ed è stata la prima volta nella storia per un Pontefice. Egli ha messo, con grande umiltà e decisione, i grandi della Terra di fronte all’esigenza globale di pace, fraternità e tutela della dignità della persona a 360 gradi. Quest’ultima, in particolare, di fronte al futuro che ci attende, sempre più contrassegnato dall’emergere di bisogni sociali inediti, deve essere sempre preservata e valorizzata. Noi di Acli Colf, come sempre, siamo pronti a dare risposte concrete secondo gli insegnamenti propri del cristianesimo sociale ma, nessuno di noi, può farcela da solo.

Giamaica Puntillo: