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In America, dove votano anche gli astronauti

In questi ultimi giorni abbiamo sentito parlare di voto anticipato nelle elezioni presidenziali americane. In passato era possibile votare in 34 Stati membri. La modalità di voto si chiama “absentee voting” e ha permesso a tutti coloro che non potevano recarsi nella città di residenza, nel giorno delle elezioni, di richiedere la scheda elettorale senza dover giustificare il motivo. L’absentee ballot è stato adottato, addirittura, durante la Guerra Civile, per consentire ai soldati, impegnati nel fronte e impossibilitati a tornare a casa, di votare a distanza. Negli altri 16 Stati esisteva un’altra modalità di voto che si chiama “mail-in voting” e che consisteva nell’invio della scheda elettorale ad anziani, persone con disabilità, malati e carcerati. Era, poi, il singolo elettore a decidere se spedirla o consegnarla a mano. Il voto per corrispondenza in tutti e 50 gli Stati confederati è stato voluto dai democratici per queste elezioni presidenziali 2020, per evitare assembramenti e possibili contagi in tempo di coronavirus. E così, dei circa 99 milioni e mezzo di votanti che quest’anno hanno potuto votare anticipatamente, 35 milioni sono andati personalmente alle urne e oltre 64 milioni hanno votato per posta. E, tra questi 64 milioni, c’è un elettore (anzi, un’elettrice) che ha sfruttato la possibilità di votare da molto distante: dallo spazio.

Dal 1997, in Texas, viene data la facoltà di voto anche agli astronauti americani impegnati nelle missioni spaziali. Il primo a fu David Wolf, in missione sulla stazione russa Mir. La NASA interpreta questa forma di “voto particolare” come “absentee voting”. La procedura richiede la compilazione della Federal Postcard, lo stesso modulo che compilano i militari se sono impiegati in missioni estere durante le elezioni. Molti astronauti, che durante il lungo periodo di addestramento a Houston trasferiscono la loro residenza in Texas, votano sulla base della legge approvata 23 anni fa proprio in Texas. Gli altri possono prendere accordi con le contee dei loro Stati d’origine. In ogni caso, nel momento in cui la scheda di voto viene approvata, l’astronauta può partire sicuro di aver finalizzato tutte le pratiche per poter votare dallo spazio!

Prima del momento del voto, si prevede una fase di test per verificare che tutto funzioni. Una sorta di “voto virtuale”. Successivamente, il sistema prevede la compilazione della scheda, poi la sua trasmissione in forma cifrata dal computer locale al suolo verso la struttura White Sands Complex nel New Mexico, attraverso la tecnologia TDRS (Tracking and Data Relay Satellite) per la trasmissione messa a punto dalla NASA. Una volta votato, il pacchetto dati viene infine rimbalzato al Johnson Space Center in Texas dove il voto è conteggiato in forma elettronica insieme agli altri registrati nella contea di appartenenza. Si tratta di un processo molto complesso ma anche molto rapido e l’astronauta deve essere sicuro di votare entro le 19:00 del giorno delle elezioni per poter validare la sua preferenza.

E così, sul profilo Twitter della Nasa, l’astronauta Kate Rubins, fotografandosi in un angolo vicino ad un cartello con scritto “cabina elettorale dell’ISS”, ha twittato: “Dalla Stazione Spaziale Internazionale: ho votato oggi”. La Rubins, che ha preso parte dal 14 ottobre ad una missione che la terrà impegnata in orbita nella Stazione Spaziale Internazionale per sei mesi, ha dichiarato che è stato un vero e proprio onore, per lei, poter votare dallo spazio, ricordando di aver già votato dallo spazio nel 2016, nel corso di un’altra missione spaziale. Il voto della Rubins rimarrà, per il momento, l’unico ad aver percorso così tanti chilometri per determinare il futuro di un paese le cui sorti sono ancora incerte… Mai come in questo caso, infatti, gli esiti sono ancora così in bilico!

Nonostante le previsioni, che vedevano vincitore certo il candidato democratico, il risultato è ancora incerto e serviranno ancora un po’ di giorni per assegnare, con sicurezza, proprio i voti per corrispondenza in alcuni stati chiave. Di solito guardiamo le stelle in cielo per esprimere i nostri desideri o, semplicemente, per sperare che tutto vada bene! Chissà se questa volta sarà un voto dallo spazio a portar fortuna qui sulla Terra…!

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