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Affermare in ogni ambito la dignità della persona

disabilità

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

L’Italia, negli ultimi decenni, è gradualmente passata dal concetto di integrazione a quello più adatto di inclusione. Ciò premesso, occorre ricordare che, tra questi due concetti, c’è una grande differenza: l’integrazione si propone come finalità l’inserimento di risorse per consentire il raggiungimento di risultati nell’ambito dell’autonomia delle persone con disabilità ma l’inclusione invece, si pone come finalità primaria il superamento definitivo degli ostacoli materiali e culturali che impediscono la partecipazione a tutti i livelli delle persone con disabilità nella società.

Nonostante i progressi fatti negli ultimi lustri, occorre compiere un ulteriore passo verso l’inclusione. È necessario uno sforzo sinergico per generare un cambiamento culturale per quanto riguarda la percezione della fragilità nella sua interezza. Le persone con disabilità sono portatrici di competenze e qualità in grado di far crescere il Paese nel suo complesso. Devono però essere messe totalmente in condizione di esprimerle, senza alcun ostacolo. Questo si traduce in un impegno per valorizzare le potenzialità di ognuno attraverso la scuola e il lavoro, che devono essere dotati di tutti gli strumenti necessari per il perseguimento di questo obiettivo di civiltà e democrazia. Serve l’impegno di tutti per affermare in ogni ambito la dignità della persona, prestando la dovuta attenzione ai rispettivi desideri e attenzioni, non solo di coloro che hanno una disabilità, ma anche dei familiari caregiver. Solo se saremo in grado di procedere in questa direzione potremo dirci autenticamente inclusivi.

Alda Cattelini: