Ancora in lotta, senza paura, dopo quarant’anni. Perché non ci sarà futuro per il Paese se la difesa della vita non continuerà ad avere, per quanto siano soli contro tutti, i suoi convinti paladini. Siamo a 40 anni dall’approvazione della legge 194, la grande menzogna che ha fatto passare, con la convivenza di troppi cattolici, addirittura per “tutela sociale della maternità” l’avvio di uno sterminio generalizzato dei nascituri. Dal 1978 ad oggi in Italia ci sono stati 6 milioni di bambini abortiti che avrebbero dato sicuramente forza e speranza al nostro Paese.
Siamo consapevoli che il superamento della 194 sarà un obiettivo di lungo periodo, ma ancora fattibile, nel caso che i cattolici rientrino come tali, con la unicità della loro cultura di vita, a far parte delle istituzioni parlamentari. Già oggi, un primo piccolo passo lo stiamo facendo nelle amministrazioni regionali, delegate alla gestione del servizio sanitario. Già infatti noi del Popolo della Famiglia abbiamo proposto, partendo dal Molise, il ticket regionale sull’aborto: non è ammissibile che milioni di italiani paghino con le proprie tasse una pratica non condivisa dalla nazione, che vede circa il 70% dei medici nel ruolo di obiettori di coscienza, perché incapaci di nascondere a se stessi e alla propria professione la verità sull’aborto. La prassi della Interruzione volontaria di gravidanza non ha alcun collegamento con il bene comune e quindi deve essere bandita dall’orizzonte della buona politica. La scelta dell’aborto deve diventare davvero personale e non ricadere su tutti i contribuenti: sarebbe solo un piccolo segnale per dimostrare che le priorità nazionali sono altre, e coincidono con un sistema sanitario che promuova una cultura di vita e non di morte.
Occorre prima ancora abbattere le mura della menzogna per riaprire un dibattito sul tema. Oggi stiamo assistendo a una celebrazione della legge sull’aborto che non ha alcun legame con la realtà di morte e impoverimento che essa ha portato nel Paese. Per non parlare delle gravi conseguenze psicologiche su milioni di donne, che la congiura dei silenzio impedisce di riconoscere come tali. Noi del Popolo della Famiglia stiamo tornando a spiegare a tutti non solo che la vita è un valore, ma che anche su un piano empirico, di pura realtà, la legge 194 impone di essere ripensata dal momento che stiamo rischiando l’estinzione, come comunità italiana e occidentale, per la mancanza di figli. Deve essere modificata pure la cultura abortista che è arrivata a “nascondere” dietro a una pillola la tragedia dell’aborto: la vendita di contraccettivi, pre e post impianto embrionale, al banco farmaceutico senza prescrizione medica alle minorenni va urgentemente ripensata. L’obiettivo gli ogni politico di buona volontà deve essere cancellare le leggi che promuovono la morte e favorire le leggi pro-vita: noi siamo per il sostegno reddituale alla maternità, al posto di impraticabili e improduttivi redditi di cittadinanza, per dare valore sociale e pubblico al ruolo della mamma e per creare le condizioni affinchè una donna possa veramente scegliere. Molte donne abortiscono perché non hanno scelta, noi vogliamo che le opzioni si tornino a dare.