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Giuliano Gemma: il ricordo di un mito

La storia del western e tanto altro, ma soprattutto la vita di un uomo umile che ha lavorato con i più grandi del cinema

Nato a Roma nel 1938, Giuliano Gemma arriva al cinema giovanissimo – come stuntman – alla fine degli anni Cinquanta ed esordisce in un piccolo ruolo in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi, interpretato da Alberto Sordi. Oggi avrebbe compiuto 82 anni (Roma, 2 settembre 1938 – Civitavecchia, 1º ottobre 2013).

©kinskilee

I più grandi successi

L’anno dopo il regista americano William Wyler lo nota a Cinecittà e lo sceglie per il ruolo di un centurione nel celeberrimo kolossal Ben-Hur (1959), interpretato da Charlton Heston e Stephen Boyd. Un’apparizione (non accreditata) che gli farà da “trampolino di lancio”.

Tre anni dopo Duccio Tessari lo chiama per interpretare il biondo Krios in Arrivano i titani (1962), film di grande successo commerciale anche all’estero e che affronta con ironia il genere mitologico.

L’anno dopo è un ufficiale garibaldino ne Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo libro (Premio Strega 1959) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ed in cui lavora con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Serge Reggiani, Romolo Valli, Rina Morelli, Lucilla Morlacchi, con il quasi coetaneo Mario Girotti – non ancora Terence Hill – e con una giovanissima Ottavia Piccolo.

Seguono numerosi film di grande successo, fra cui Angelica (1964), Angelica alla corte del re (1965) e La meravigliosa Angelica (1965), tutti e tre diretti da Bernard Borderie ed interpretati da Michèle Mercier.

Nel ’69, in Vivi o preferibilmente morti di Duccio Tessari ritrova Nino Benvenuti, suo ex compagno di leva (avevano entrambi prestato servizio come vigili del fuoco alle Capannelle, a Roma) ed ormai grande pugile noto in tutto il mondo. I due instaureranno un ottimo rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita.

Nel ’70 ha la parte di Silvio Corbari, eroe e partigiano faentino, in Corbari di Valentino Orsini e, l’anno seguente, interpreta Robin Hood ne L’arciere di fuoco (1971) di Giorgio Ferroni.

Nel ’73 lavora Bud Spencer in Anche gli angeli mangiano fagioli di E.B. Clucher (nome d’arte di Enzo Barboni), esilarante parodia del gangster movie americano. L’anno dopo torna sul genere in coppia con Ricky Bruch in Anche gli angeli tirano di destro (1974), anch’esso diretto da E. B. Clucher.

Cambia genere

Nella seconda metà degli anni Settanta, appare anche in film più impegnati, quali Il deserto dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini, tratto dall’omonimo libro di Dino Buzzati (Premio Strega 1958 con Sessanta racconti) ed interpretato da Jacques Perrin, Jean-Louis Trintignant e Max von Sydow, Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978), entrambi diretti da Pasquale Squitieri ed interpretati da Claudia Cardinale, e Un uomo in ginocchio (1979) di Damiano Damiani.

Negli anni Ottanta prende parte a Tenebre (1982) di Dario Argento e Speriamo che sia femmina (1986) di Mario Monicelli e dà il volto a Tex Willer in Tex e il signore degli abissi (1985) di Duccio Tesari, originariamente scritto per la televisione. Una curiosità riguarda il fatto che, grazie all’enorme successo avuto dai suoi film in Giappone, all’inizio dello stesso decennio la casa automobilistica Suzuki ha prodotto due modelli di scooter con il suo nome.

Il passaggio dal cinema al piccolo schermo

A partire da fine anni Ottanta/inizio Novanta dirada notevolmente le sue apparizioni cinematografiche e lavora soprattutto per il piccolo schermo.

L’ultima apparizione prima della sua scomparsa – avvenuta nell’ottobre 2013 a causa di un incidente d’auto a Cerveteri (RM) – è stata in To Rome With Love (2012) di Woody Allen.

 

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