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“Senza Dio, siamo troppo poveri per aiutare i poveri”

“Telefonai alla Casa Generalizia delle Suore Missionarie della Carità per poter incontrare Madre Teresa di Calcutta, ma la risposta fu categorica: ‘Non è possibile incontrare la Madre; i suoi impegni non lo permettono’. Ci andai lo stesso. La suora che venne ad aprirmi mi chiese gentilmente: ‘Che desidera?’. ‘Vorrei soltanto incontrare Madre Teresa per qualche istante’. Sorpresa, la suora rispose: ‘Mi dispiace, non è possibile!’. Non mi spostai e feci capire alla suora che non me ne sarei andato senza aver incontrato Madre Teresa. La suora allora si allontanò per qualche minuto e tornò in compagnia di Madre Teresa… Ebbi un sussulto e rimasi senza fiato.

La Madre mi fece sedere in una piccola stanza vicina alla cappella. Nell’attesa, mi ero un po’ ripreso e quindi riuscii a dire: ‘Madre, sono un giovane prete: sono i miei primi passi! Sono venuto per chiederle di accompagnarmi con la sua preghiera’. La Madre mi guardò con tenerezza e dolcezza e poi, sorridendo, mi rispose: “Prego sempre per i sacerdoti. Pregherò anche per te”. Poi mi donò una delle medaglie miracolose di Maria Immacolata, la mise nelle mie mani e mi chiese: “Quante ore preghi al giorno?”. Io rimasi un po’ imbarazzato e sorpreso e poi, cercando di ricomporre i miei pensieri, risposi: “Madre, celebro ogni giorno la Santa Messa, recito ogni giorno il breviario; sa, in questo momento è un atto eroico (eravamo nel 1969)! Recito anche ogni giorno il Rosario e lo faccio volentieri perché l’ho imparato da mia madre”.

Madre Teresa strinse nelle sue mani rugose la corona del rosario che portava sempre con sé. Poi mi fissò con i suoi occhi pieni di Luce e di amore e mi disse: “Non basta, figlio mio! Nell’amore non si può vivere al minimo indispensabile. L’amore esige il massimo!”. Non compresi subito le parole di Madre Teresa e, quasi per giustificarmi, risposi: “Madre, da lei mi aspettavo che mi chiedesse: quanta carità fai?”. All’improvviso il volto di Madre Teresa era ritornato molto serio e disse con una voce decisa: “E tu credi che potrei fare la carità se non chiedessi ogni giorno a Gesù di riempire il mio cuore d’amore? Credi che potrei andare per le strade a cercare i poveri se Gesù non mi comunicasse il fuoco del suo amore alla mia anima’.

In quel momento mi sono sentito molto piccolo… Ho guardato Madre Teresa con grande ammirazione e con il desiderio sincero di entrare nel mistero della sua anima così ripiena della presenza di Dio. Scandendo bene ciascuna parola, aggiunse: “Leggi il Vangelo: Gesù per la preghiera sacrificava anche la carità. E sai perché? Per insegnarci che, senza Dio, siamo troppo poveri per aiutare i poveri!”. In quell’epoca si vedevano tanti sacerdoti e tanti religiosi abbandonare la preghiera per impegnarsi – come dicevano loro – nel campo sociale. Le parole di Madre Teresa mi sono sembrate un raggio di sole, per cui ripetevo lentamente nel mio foro interno: “Senza Dio, siamo troppo poveri per aiutare i poveri”.

Cardinal Angelo Comastri
Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e per le Ville Pontificie di Castel Gandolfo

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