A Roma c’è un piccolo angolo di cielo dedicato al ricordo di quelle piccole e grandi creature non umane che in vita hanno contribuito – involontariamente – a tirare fuori da uomini e donne sentimenti di affetto e dedizione che ne caratterizzano la propria qualità umana.
La gallina del Duce
Il primo ospite del cimitero per animali “Casa Rosa”, in via dell'Imbrecciato al Portuense, fu la defunta gallina del Duce Benito Mussolini il quale chiese al suo veterinario di fiducia, Antonio Molon, di darle degna sepoltura nel suo terreno. Da allora, le spoglie di migliaia di animali più o meno famosi – tra gli altri il barboncino del Presidente Pertini – vi hanno trovato l’eterno riposo.
La guida
Luigi Molon, figlio del fondatore ed anch’egli veterinario oggi in pensione, ci introduce in un mondo di relazioni “uomo – animale” fatto di rituali e simboli difficile da comprendere fino in fondo anche per lui che alla cura degli animali ha dedicato la sua vita professionale. Lo segue come un ombra, nel vero senso della parola, uno scricciolo peloso abbandonato da una famiglia che molto semplicemente si era stufata di lui: altari e contraltari della sensibilità bipede.
Diversità
Girando per questo piccolo appezzamento dei ricordi ai confini con quel che resta dell’agro romano nel quartiere Portuense, ci immergiamo nell’assortimento variegato della creatività funeraria qui materializzatasi in veri e propri mausolei in miniatura, in cui trovano spazio ninnoli e balocchi a memoria del caro defunto. Sul posto è presente un artigiano il quale, a seconda dei gusti e delle disponibilità economiche, realizza lapidi di ogni sorta e grandezza: c’è anche chi ha voluto erigere un’ara funeraria in prezioso marmo nero. Poiché le differenze di classe non conoscono confini si specie. Ma quel che incuriosisce colui che per troppa civilizzazione non è più avvezzo al rapporto con le specie non umane, è piuttosto la varietà di animali con i quali siamo capaci di instaurare relazioni durature di fedele e sincera affezione. Serpenti, piccioni, cavalli, galline, maiali e lucertoloni esotici, riposano di diritto insieme ai più consueti cani e gatti, oggetto delle stesse attenzioni che riportano in questo luogo tante persone, per lasciare ogni volta un fiore e un saluto ai compagni dei momenti migliori.
Poesia e ricordi
Gli epitaffi sulle lapidi di Casa Rosa sono ispirati da un comune sentimento d’amore che sebbene in alcuni casi raggiunga livelli di esasperazione lirica, testimonia il potenziale compassionevole insito nell’individuo umano il quale, troppo spesso inspiegabilmente, è incapace di esprimere nei confronti dei suoi simili più prossimi.